Longevità, cosa sono le Blue Zones: ce n'è una anche in Italia
Le Blue Zones sono cinque zone del mondo dove le persone vivono molto più a lungo rispetto alla media globale e una di queste località è in Italia
Le Blue Zones, o “Zone Blu”, sono aree del mondo in cui le persone vivono significativamente più a lungo rispetto alla media globale. Questo termine è stato coniato dal demografo belga Michel Poulain e dal medico italiano Gianni Pes, che hanno identificato un’area della Sardegna caratterizzata da un’alta concentrazione di centenari. Successivamente, il concetto è stato ampliato dal giornalista e ricercatore Dan Buettner. Sono state così individuate altre quattro zone nel mondo in cui la longevità è eccezionalmente elevata.
Località Blue Zones: una è in Italia
Oggi sono cinque le Blue Zones ufficialmente riconosciute nel mondo. La prima si trova in Italia, più precisamente in Barbagia, una regione montuosa della Sardegna, dove si registra la più alta densità di uomini centenari al mondo. Un dato insolito rispetto ad altre zone longeve dove, generalmente, sono le donne a vivere più a lungo. Uno dei fattori chiave che contribuiscono alla longevità degli abitanti è sicuramente la dieta tradizionale sarda a questa si sommano l’ambiente e lo stile di vita. La Barbagia è il cuore della Sardegna dato che sorge tra Nuoro e la neonata provincia dell’Ogliastra nel massiccio montuoso del Gennargentu. Qui gli abitanti della zona sono spesso pastori o agricoltori, abituati a camminare per chilometri ogni giorno e a svolgere lavori manuali.
Oltre alla Blue Zone ufficialmente riconosciuta, c’è un altro caso interessante in Sardegna: il piccolo comune di Perdasdefogu, situato sempre nella provincia dell’Ogliastra. Anche se non fa parte delle Blue Zones ufficiali, Perdasdefogu è noto per la sua eccezionale longevità.
La seconda località Blue Zones è Ikaria, un’isola greca dell’Egeo, mentre la terza è Okinawa, in Giappone, dove si trovano le donne più longeve del pianeta. La quarta è la penisola di Nicoya, in Costa Rica, un’area dove gli abitanti seguono una dieta prevalentemente vegetale. Infine, c’è Loma Linda, in California, una comunità avventista che si distingue per uno stile di vita salutare basato su un’alimentazione ricca di cereali, verdure e frutta, oltre a un forte senso di appartenenza.
Le caratteristiche comuni tra le Blue Zones
Gli studi condotti da Dan Buettner e pubblicati sull’American Journal of Lifestyle Medicine hanno identificato nove fattori comuni tra tutte le Blue Zones, noti come “Power 9”. Il primo è il movimento naturale, perché le persone longeve non frequentano palestre né seguono programmi di allenamento, ma vivono in ambienti che le spingono a muoversi spontaneamente. L’attività fisica non viene vissuta come un obbligo, ma si integra nella routine quotidiana. In Sardegna, ad esempio, i pastori camminano quotidianamente tra le colline, mentre a Ikaria la conformazione del territorio montuoso impone camminate frequenti.
Un altro aspetto fondamentale è avere uno scopo nella vita, che in Giappone è chiamato “ikigai” ed ha un significato molto profondo. Importante è anche la riduzione dello stress che nelle Blue Zones avviene attraverso pratiche diverse. Un ruolo centrale è giocato dall’alimentazione. Nelle Blue Zones si basa principalmente su cibi vegetali, con un consumo limitato di carne e una predilezione per legumi, verdure e frutta. Non solo cosa si mangia anche come si mangia. Questa pratica è un altro dei Power 9: smettere di mangiare quando si è sazi all’80 per cento. Un ruolo sembra averlo anche l’uso moderato di vino rosso, come accade in Sardegna e in Ikaria, dove il vino locale è ricco di antiossidanti.
Anche la spiritualità o la fede sembrano avere un impatto positivo sulla longevità. La maggior parte delle persone longeve appartiene a comunità religiose o spirituali. La famiglia è un altro elemento chiave, con forti legami intergenerazionali che garantiscono supporto emotivo e pratico agli anziani. Infine, un aspetto fondamentale è l’appartenenza a una comunità coesa.