La Valle dei Templi, tesoro inestimabile tra i paesaggi italiani
Gli antichi fasti della di Akragas sono ancora visibili nella bellissima valle dei templi di Agrigento, paesaggio più bello d'Italia
La Valle dei Templi di Agrigento è il Paesaggio Italiano del 2017, lo scenario più bello e rappresentativo della Penisola, per antonomasia. Lo aveva già stabilito nel 1997 l’Unesco, con il riconoscimento della Valle a Patrimonio dell’Umanità. Lo ribadiscono i numerosi turisti che scelgono, a migliaia, di lasciarsi travolgere dalle suggestioni che emana questo luogo che mantiene intatto il legame con il passato.
Il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini ha conferito il riconoscimento durante la prima edizione della “Giornata del Paesaggio” istituita dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per promuovere la cultura del paesaggio e coinvolgere i cittadini italiani sui temi della custodia e la tutela dei bellissimi scenari italiani, come elemento di valore identitario italiano.
Paesaggi, panorami, vedute e prospettive: il patrimonio italiano è racchiuso anche negli scenari unici e meravigliosi che il Belpaese custodisce gelosamente da Nord a Sud. Scegliere però il più bello e significativo non è stato semplice, ma alla fine ha prevalso il parco archeologico che vanta uno stato di conservazione impressionante dei reperti disseminati in questo importante territorio siciliano.
La Valle dei Templi di Agrigento ha vinto non solo per la struggente bellezza del panorama, che custodisce su più di 1.300 ettari di territorio, una delle rare testimonianze dell’era in cui la Sicilia e tutto il Meridione d’Italia erano parte della Magna Grecia, con i resti degli imponenti templi dorici, le agorà e le necropoli che portano testimonianza di una ricchezza archeologica senza pari.
La Valle dei Templi ha vinto, con merito e non a caso. Grazie soprattutto alla sinergia tra i numerosissimi progetti portati a compimento in maniera eccellente e non soltanto per l’innegabile fascino di un paesaggio unico al mondo. In questo luogo in cui il tempo sembra essersi fermato si ricorre a tecniche biocompatibili, si analizzano i cosiddetti “patriarchi vegetali”, come olivi e faggi, per mantenerli in buona salute farli crescere sani e rigogliosi. Allo stesso tempo il patrimonio culturale viene pienamente valorizzato attraverso, ad esempio, il recupero della tratta dismessa delle Ferrovie Kaos e la cura del giardino Kolymbethra, che grazie alla gestione del Fai ha trasformato la distesa di rovi che ne infestava la superficie in uno dei parchi più belli del mondo, un giardino che sembra essersi materializzato dai versi di Virgilio.