Le specialità italiane di Pasqua consigliate dagli spagnoli
Un tour gastronomico alla scoperta delle leccornie pasquali delle nostre regioni, ideato dagli spagnoli di Hundredrooms
Pubblicato:
Non solo uova di cioccolato e colombe. Ogni regione ha la sua leccornia pasquale e la Settimana Santa offre ai turisti in giro per lo Stivale l’occasione di scoprire ricette che si tramandano da generazioni, preservando il gusto più autentico di una tradizione culinaria celebrata in tutto il mondo.
Tra i fan delle nostre specialità regionali ci sono gli spagnoli di Hundredrooms – popolare motore di ricerca di alloggi turistici – che hanno proposto un tour gastronomico per guidare i viaggiatori alla scoperta del gusto più antico e autentico della Pasqua Italian style.
Tipico dolce della Valli del Natisone, in provincia di Udine, si prepara a Natale e Pasqua o in occasioni particolari. Dalla caratteristica forma a chiocciola, è a base di pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa e scorza di limone grattuggiata. Secondo alcune interpretazioni etno-gastronomiche, la gubana sarebbe la variante beneciana della potizza slovena.
Tipico dolce della Valli del Natisone, in provincia di Udine, si prepara a Natale e Pasqua o in occasioni particolari. Dalla caratteristica forma a chiocciola, è a base di pasta dolce lievitata, con un ripieno di noci, uvetta, pinoli, zucchero, grappa e scorza di limone grattuggiata. Secondo alcune interpretazioni etno-gastronomiche, la gubana sarebbe la variante beneciana della potizza slovena.
Si tratta di una torta salata tipica in particolare di Genova, preparata con i prodotti che si trovavano in ogni orto ligure in primavera, come uova, erbette, carciofi, piselli, cipolline nuove e maggiorana. L'esistenza di questo dolce pasquale è documentata dal XVI secolo, quando era nota come “gattafura”, perché, si dice che le gatte ne andassero ghiotte. Secondo la tradizione, la torta pasqualina andava rivestita di trentatré strati di sfoglia, che simboleggiano gli anni di Cristo.
Tardura – Romagna
Fonte: Instagram
Antica minestra in brodo, ha origine nella tradizione contadina ed è un piatto tipico della Pasqua romagnola. In dialetto tardura significa “tiratura” e si prepara con uova sbattute, Parmigiano grattugiato, sale e noce moscata. Per ottenere una tardura doc è necessario un buon brodo di carne, preparato con l’aggiunta di un pezzo di cappone.
Pane dolce, è consumato tradizionalmente durante la Quaresima e nel giorno di Pasqua. Anticamente, infatti, veniva portato in chiesa insieme alla uova per farlo benedire. Esistono due tipi di pasimata: quella tipica di Lucca, impastata come il pane, poi divisa in pani rettangolari e aromatizzata con semi di anice, e quella della Garfagnana e del Camaiorese, che prevede la presenza di uvetta ed assomiglia ad un panettone.
Sono le golose ciambelle pasquali che anticamente "le vergare" marchigiane (ossia le casalinghe) iniziavano ad impastare il Venerdì santo per farle riposare ed infine cuocerle il giorno di Pasqua.
Tipica torta rustica che a Napoli e dintorni si usa preparare come pranzo al sacco durante le gite fuori porta nel giorno di Pasquetta. La forma del casatiello simboleggia la corona di spine e le uova (che, a differenza del tortano, vengono inserite con l’intero guscio, a metà tra l’impasto e l’esterno) sono fissate con delle croci di pasta. La tradizione vuole che venga preparato la sera del venerdì santo per poi essere infornato la mattina seguente. Ne esistono anche diverse versioni dolci, tra cui quella di Procida, dove ogni ricetta varia da famiglia a famiglia e gli ingredienti restano avvolti nel mistero.
Conosciuta in alcune zone anche come "scariella", è un dolce pasquale originario della cucina pugliese, ma conosciuto in tutto il Sud. La forma rotonda del dolce simboleggia la nascita di una nuova vita (da cui poi l'usanza di decorarla con degli ovetti). La preparazione e la cottura in forno delle scarcelle avviene durante la Settimana Santa.
Detto anche “truscello”, è un piatto tipico di Messina, consumato per tradizione il giorno di Pasqua, ed è composto da polpettine cotte in brodo e poi ricoperte dalla “conza”, una morbida crema di ricotta, formaggio e uova. Incerta l'origine del nome: secondo alcuni deriverebbe dalla parola latina “juscellum” che vuol dire zuppa, mentre altri lo fanno risalire al verbo siciliano “sciusciare”, che vuol dire soffiare.