Le centrali elettriche storiche aperte al pubblico
In Italia ci sono molte centrali elettriche storiche ricche di fascino che attirano ogni anno migliaia di visitatori
Sono molte le centrali elettriche storiche d’Italia aperte al pubblico. Si tratta di antichi edifici sparsi su tutto il nostro territorio, le cui mura racchiudono anni di cultura e tradizione.
Di seguito, proponiamo un breve viaggio alla scoperta di questi luoghi affascinanti e seducenti, che condurranno il visitatore alla ricerca di invenzioni tecnologiche e di insolite curiosità. Forniremo informazioni sulle varie tecniche di produzione elettrica e daremo notizie su tradizioni e innovazioni.
Una delle centrali elettriche storiche d’Italia è sicuramente quella di Santa Massenza, a Vallelaghi nel cuore del Trentino Alto Adige. Una serie di dispositivi ad alta tecnologia conduce l’acqua dalle vette dell’Adamello fino al Lago di Garda, in un percorso ricco di fascino e attrattiva. La centrale risale agli anni ’50 del secolo scorso, costruita su progetto dell’architetto Giovanni Muzio, noto anche per aver ideato la Basilica dell’Annunciazione a Nazareth e gli edifici del Palazzo della Triennale e dell’Università Cattolica di Milano.
La centrale, una delle più tecnologiche del paese, è posizionata in un territorio estremamente accattivante, in cui il paesaggio tipicamente alpino convive con quello mediterraneo. Suggeriamo di fare visita anche alla vicina località di Sarche, nel comune di Madruzzo in provincia di Trento,in cui è possibile ammirare un famoso leccio secolare. L’albero, con tutta la sua maestosità, ha ormai raggiunto un’altezza di 25 metri, con un tronco dal diametro di più di 5 metri. Uno spettacolo assolutamente da non perdere.
Anche la Lombardia è ricca di alcune tra le centrali elettriche storiche d’Italia aperte al pubblico. Quella di Vizzola, in provincia di Varese, è sicuramente tra le più antiche, visto che il suo progetto risale alla fine del 1800 e la sua inaugurazione è stata effettuata nel 1901. Uno dei suoi aspetti caratteristici è sicuramente lo sfioratore, un particolare meccanismo che permette di scaricare facilmente l’eventuale acqua in eccesso. Consigliamo di approfittare di un comodo percorso ciclabile che, dal lungo lago di Sesto Calende, accompagna fino a Turbigo. Permetterà di visitare tutti gli edifici Enel che fanno della Lombardia una delle maggiori produttrici di energia in Italia.
In Veneto, una delle centrali elettriche storiche d’Italia è quella a serbatoio di Soverzene, in provincia di Belluno. L’edificio, dedicato ad Achille Gaggia, presenta una maestosa facciata. Entrando, è possibile osservare da vicino la potenza delle turbine ad asse verticale, che scaricano l’acqua nel Piave. Da lì, un robusto canale di derivazione conduce l’acqua fino al Lago di Santa Croce. La particolarità della centrale di Soverzene consiste nell’avere la sala delle macchine all’interno della montagna. Si tratta di un percorso estremamente affascinante, al quale non ci si può sottrarre.
Spostandosi verso il centro d’Italia, si potrà ammirare lo storico edificio della centrale di Sperando, in provincia di Pistoia, ristrutturato nel 1928 su precedente progetto dell’ingegnere Lapo Farinati degli Uberti. Il maestoso fabbricato, realizzato in pietra locale, attira il visitatore per la semplicità delle forme. La facciata principale, simbolo dell’arte eclettica toscana, si fregia di una targa in cui sono riportati alcuni versi di Giovanni Pascoli.
L’ode esalta proprio l’importanza dell’acqua, capace di essere trasformata in luce. Secondo la tradizione locale, sembra che Pascoli abbia scritto il componimento proprio per la centrale elettrica. Una volta all’interno, il visitatore è sicuramente attratto dall’elevata tecnologia che caratterizza l’impianto, che vanta addirittura un sistema di telecontrollo.
Visto che si è da quelle parti, suggeriamo di spostarsi anche a Borgo a Mozzano, in provincia di Lucca, a pochi chilometri dalla centrale. È possibile ammirare il Ponte della Maddalena, detto anche Ponte del Diavolo, una prodigiosa costruzione di epoca Medievale probabilmente commissionata dalla contessa Matilde di Canossa. Le sue arcate asimmetriche e la caratteristica forma a schiena d’asino lo rendono sicuramente una delle più mirabili opere di ingegneria in Italia.
Passando nelle Marche, raccomandiamo di visitare la centrale del Furlo, nel comune di Fermignano, in provincia di Pesaro e Urbino. Posizionata sul fiume Candigliano, il principale affluente del Metauro, la centrale del Furlo è immersa in un paesaggio sorprendente, in cui il verde dei boschi si unisce gradevolmente ai massicci calcarei dei rilievi. È possibile ammirare la centrale a bacino, che utilizza ancora la diga originale del 1928 rinforzata attraverso l’uso di apposite paratoie.
Ristrutturata subito dopo la seconda guerra mondiale e attiva dal 1953, la centrale del Furlo presenta anche una galleria che, secondo la tradizione locale, sembra risalga ai tempi degli Etruschi. È possibile immergersi in un territorio in cui la costruzione opera dell’uomo si è integrata completamente al paesaggio circostante. Potenti turbine e dispositivi tecnologicamente innovativi impartiscono all’acqua la giusta potenza, controllandone accuratamente il flusso nel rispetto totale del territorio.
Proseguendo la passeggiata nella Valle del Metauro, consigliamo di recarsi nella vicina Fano, una delle cittadine più antiche del centro Italia. Sembra che i primi agglomerati risalgano addirittura al periodo protostorico. Oltre ad ammirare edifici di epoca romana, è possibile visitare anche la maestosa Rocca Malatestiana e la Chiesa di San Michele.
Per finire la nostra carrellata, in provincia di Cuneo, nel territorio del piccolo comune di Entracque, c’è la centrale idroelettrica più grande d’Italia; di proprietà dell’Enel la centrale è intitolata al grande statista Luigi Einaudi ed è stata messa in funzione nel 1982.