Lampione, l'isola degli squali italiana
Circa 40 esemplari di squalo grigio scelgono la piccola isola Lampione dell'arcipelago delle Pelagie come tappa di una rotta migratoria nel Mediterraneo
Il paradiso degli squali in Italia si trova nell’arcipelago delle Pelagie. Ogni anno nel periodo che va da metà luglio ad ottobre circa quaranta esemplari di squali grigi si radunano attorno alle acque dell’isola Lampione; il comportamento insolito ha attirato i ricercatori che stanno studiando il fenomeno.
L’osservatorio di squali a Lampione
La più piccola delle isole dell’arcipelago delle Pelagie, Lampione, ogni anno attira numerosi esemplari di squali grigi in una parentesi temporale che va da metà luglio ad ottobre. Questo comportamento insolito viene studiato da ricercatori e biologi marini.
Il motivo di tanti squali grigi proprio in questa zona sembra essere l’assenza degli uomini; l’isola incontaminata presenta solamente un faro ed è raggiungibile solo nelle giornate soleggiate e con il mare calmo. Se da una parte l’assenza umana sembra essere un motivo, dall’altra sembra anche che la ricca presenza di pesci come cernie, barracuda, ricciole e dentici nelle stesse acque possa essere una seconda motivazione altrettanto valida.
Perché gli squali scelgono l’isola Lampione
A scegliere Lampione come meta sono gli squali grigi che misurano fino a 2,5 metri di lunghezza e si riconoscono per la grossa pinna dorsale. Questa tipologia di squalo ama nuotare nelle acque miti con temperature mai inferiori ai 20 gradi, per questo motivo nel Mediterraneo si trova solo verso sud e verso oriente.
Ricercatori e biologi marini sono al lavoro per comprendere il motivo della scelta degli squali ma al momento sono state avanzate alcune ipotesi relative al fenomeno; secondo la maggior parte degli studiosi sembra che gli squali scelgano Lampione come tappa di una rotta migratoria.
Il motivo della scelta sembra anche ricadere sulla temperatura calda dell’acqua che conduce gli squali nell’isola mediterranea. Altre tappe della rotta migratoria sono il golfo di Gabès in Tunisia dove in primavera gli esemplari femmina vanno a dare alla luce i piccoli, la baia di Goköva in Turchia apprezzata per le acque poco profonde, Hadera in Israele che attira gli squali per le acque calde e di recente anche l’alto Adriatico in cui si avvistano sempre più esemplari giovani.
Ad occuparsi della ricerca è il professor Marco Milazzo dell’Università di Palermo con una squadra di esperti che utilizzano la tecnologia moderna per filmarli con telecamere subacquee. Grazie all’ausilio di esche per attirarli in 100 ore di riprese sono stati filmati più di 400 volte gruppi di squali che vanno a formare un branco di circa quaranta esemplari.
Il turismo dello shark watching
Oltre alla possibilità di osservare gli squali negli aquari, negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente il numero di subacquei interessati a fare shark watching, il motivo è la totale sicurezza dell’immersione data dalla specie innocua e curiosa ma gli studiosi evidenziano anche come gli squali grigi siano estremamente suscettibili ai rumori tanto da allontanarsene.
Per preservare e tutelare gli squali grigi l’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie ha istituito un codice di condotta dove viene stabilito il numero massimo di 15 persone nei gruppi di immersione, il divieto di utilizzare il flash e di compiere movimenti o rumori che potrebbero turbare il benessere degli animali.