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Dal lago di Nemi è emersa la testa di una statua "leggendaria"

Dai fondali del lago di Nemi emerge la testa di una statua di epoca romana: potrebbe essere parte del leggendario tesoro delle navi di Caligola

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Un tesoro nascosto per millenni sul fondo del lago di Nemi: dalle profondità del piccolo bacino vulcanico sui Colli Albani è emersa la testa di una scultura di epoca romana che potrebbe essere parte del leggendario tesoro delle navi di Caligola.

Sin dall’antichità il lago di Nemi è legato a una leggenda secondo la quale due enormi navi da cerimonia fatte costruire da Caligola furono sepolte sul fondo del bacino alla morte dell’imperatore: le prime spedizioni alla ricerca del tesoro perduto dell’imperatore risalgono al Rinascimento.

La leggenda trovò conferma negli anni Trenta, quando le navi vennero portate finalmente alla luce: gran parte dei reperti recuperati sul fondo del lago bruciarono a causa di un drammatico incendio nel 1944, ma la recente scoperta potrebbe fare nuova luce sulla storia di Caligola e delle sue leggendarie navi perdute.

La nuova scoperta nel lago di Nemi

La scoperta, che potrebbe essere di straordinaria importanza, si deve alla Protezione Civile di Nemi, che era impegnata nelle operazioni di pulizia dei fondali del lago: dal piccolo bacino vulcanico alle porte della Capitale è emersa la testa di una scultura di epoca romana, che con ogni probabilità giace lì da millenni.

Il reperto, che potrebbe essere legato alle leggendarie navi di Caligola, è stato subito consegnato nelle mani degli esperti per ulteriori indagini: “L’amministrazione comunale di Nemi”, riporta l’agenzia DIRE, “consapevole della possibile dell’importanza storica e culturale del ritrovamento, ha prontamente informato tutte le autorità competenti per il recupero e la valutazione del reperto”.

La statua potrebbe essere parte del tesoro perduto con le navi di Caligola, e potrebbe aggiungere un importante tassello alla lunga storia legata al recupero delle navi imperiali sepolte nel lago di Nemi. Perciò, fanno sapere le istituzioni, “sono stati contattati archeologi, storici, esperti di patrimonio culturale e altre figure di rilievo per avviare un’indagine approfondita”.

La leggenda del lago di Nemi: le navi di Caligola

Quella delle navi di Caligola sepolte nelle profondità del lago di Nemi è una leggenda millenaria, che trovò ampia diffusione già nel I secolo d.C. e che venne accreditata durante tutto il Medioevo dai ritrovamenti occasionali dei pescatori, che iniziarono a portare alla luce i primi reperti delle leggendarie navi da cerimonia dell’imperatore.

Secondo il mito, le navi fatte costruire da Caligola in onore delle divinità Iside e Diana furono sepolte nelle profondità del lago dal successore dell’imperatore romano, che sulle acque del bacino usava intrattenere gli ospiti e fare sfoggio del potere imperiale.

Le due favolose navi di Caligola, ricchissime in tesori e decorazioni, erano lunghe oltre 70 metri e larghe più di 25: dopo secoli di spedizioni senza successo, la leggenda del lago di Nemi trovò la conferma definitiva negli anni Trenta del secolo scorso, quando si decise di tentare il recupero delle imponenti imbarcazioni svuotando il bacino.

Le due navi dell’imperatore riuscirono a vedere la luce soltanto nel 1932, per essere esposte nel 1940 in un museo loro dedicato. Gran parte dell’incredibile patrimonio legato alla leggenda del lago di Nemi venne distrutto nel 1944, a causa di un terribile incendio allora attribuito alla furia dei nazisti.

L’invito dell’amministrazione

La nuova importante scoperta, che arriva a neanche un anno di distanza dal rinvenimento di due relitti di epoca romana a Grado, riaccende i riflettori su un tesoro di inestimabile valore, ancora oggi avvolto dal fascino di un mistero che per millenni ha appassionato studiosi ed esploratori e che è ancora in parte da scoprire.

Il Sindaco di Nemi, riporta l’agenzia DIRE, “si augura che questo ritrovamento possa gettare nuova luce sulla storia di Caligola e sulla sua eredità, consentendo di svelare ancora i segreti nascosti nelle profondità del Lago di Nemi“.

Al momento non ci sono conferme ufficiali sulla natura e sulla provenienza del reperto: l’amministrazione comunale invita quindi la comunità locale e gli appassionati “a mantenere la calma e a seguire con pazienza lo sviluppo di questa straordinaria scoperta”.

È importante anche rispettare l’integrità e la delicatezza del sito in cui è stata rinvenuta la testa di epoca romana, “evitando qualsiasi intrusione o tentativi di recupero non autorizzati sul fondo del lago”.

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