La parola più usata in cucina, da Bottura a Cannavacciuolo
Qual è la parola più usata all'interno delle cucine italiane: le risposte dei grandi che d'Italia, da Massimo Bottura ad Antonino Cannavacciuolo
La Guida Michelin ha chiesto ad alcuni degli chef più famosi d’Italia qual è la parola più comune utilizzata nella loro cucina: a rispondere sono stati personaggi del calibro di Antonino Cannavacciuolo e Massimo Bottura ma non solo.
La parola più usata nelle cucine dei grandi chef d’Italia
Massimo Bottura, alla domanda della Guida Michelin, ha risposto che la parola più usata all’interno della sua cucina è “Marcia”, declinata nelle tre ripetizioni “Marcia! Marcia! Marcia!” che servono per spronare i componenti della brigata impegnati nella preparazione dei piatti.
Oltre a Bottura, nominato ambasciatore contro lo spreco alimentare per l’Onu, alla domanda della Guida Michelin ha risposto anche Giancarlo Perbellini, che si è però tenuto sul romantico: “La parola più italiane è passione, passione, passione” ha risposto lo chef originario di Bovolone, in provincia di Verona.
Jessica Rosval, chef de Al Gatto a Verde di Modena, a precisa domanda ha risposto: “Via!”, mentre Matteo Temperini del Rosewood Castiglion del Bosco ha spiegato sorridendo che la parola più usata all’interno della sua cucina “non si può dire”.
Risposta filosofica da parte di Jacopo Chieppa, tra gli chef che hanno ottenuto la Stella della Guida Michelin 2025: “La parola che uso di più secondo me è ossessione“. Vincenzo Manicone del Tancredi di Sirmione, invece, ha risposto così “Preciso, forse”.
Lo chef Fabrizio Mellino del Quattro Passi di Nerano, Tre Stelle della Guida Michelin, è stato abbastanza lapidario, rispondendo con “Marcia”. Dopo qualche istante di riflessione, ha aggiunto: “O menu degustazione“.
La risposta di Antonino Cannavacciuolo
Il video con gli chef interpellati è stato pubblicato dalla Guida Michelin sui propri canali social ufficiali. “Sapete qual è la parola più usata in una cucina italiana? – si legge nel post in inglese a corredo del video – lo abbiamo chiesto agli chef italiani e, indovinate un po’, non hanno detto delizioso”.
Per aiutare gli utenti che non parlano italiano, nel post sono stati fatti alcuni esempi per quello che viene definito come il “kit di sopravvivenza” per chi fosse intenzionato a visitare una cucina italiana: “Andiamo” (Let’s go!), “Piano!” (Slow down) e “Perfetto!” (Perfect!). Agli utenti, inoltre, è stato chiesto di commentare il posta con la parola che pensano possa catturare meglio di tutte lo spirito di una cucina italiana.
A rispondere alla domanda è stato anche Antonino Cannvacciuolo, ormai diventato un “veterano” dei Giudici di MasterChef Italia. La risposta dello chef campano è quella che chiude la clip postata sui social: “La parola italiana che uso più spesso nella mia cucina è generosità” ha dichiarato Cannavacciuolo.
Presente nella classifica degli chef più influenti d’Italia insieme a colleghi del calibro di Davide Oldani, Alessandro Borghese, Enrico Bartolini e Massimo Bottura, Cannavacciuolo ha recentemente parlato del futuro di Villa Crespi, gioiello sulle sponde del lago d’Orta nonché punta di diamante dell’attività imprenditoriale dello chef.
Cannavacciuolo è intervenuto al podcast ‘Million$’ di Joe Bastianich e Tommaso Mazzanti, dove ha dichiarato che “Per fare il salto ci dobbiamo guardare attorno” lasciando aperta la porta all’eventuale coinvolgimento di nuovi investitori. A quel punto Bastianich gli ha chiesto se pensasse di far entrare qualcuno in tutto o solo in alcuni rami del suo business, e Cannavacciuolo ha risposto: “No, beh, a pezzi, quello è il bello, c’è il Banco di Antonino, Laqua. Villa Crespi sarà sempre mia, lì è difficile”.