L'Isola di Capraia "chiude" il mare per salvare la foca monaca
Un'ordinanza limita l'accesso al mare della costa occidentale dell'Isola di Capraia dove è stato recentemente avvistato un raro esemplare di foca monaca
Sull’Isola di Capraia hanno deciso di limitare l’accesso al tratto di mare dove è stato avvistato un esemplare di foca monaca. Il provvedimento serve a salvaguardare la salute del mammifero marino inserito nella lista Iucn delle specie in pericolo critico.
Continuano gli avvistamenti eccezionali delle ultime settimane: dopo Cadamozza, la balena senza coda avvistata a Catania e la comparsa della medusa più grande del Mar Mediterraneo a Trieste, stavolta è il turno della foca monaca, animale che in Italia non si riproduce ormai da oltre cinquant’anni.
Il presidente dell’Ente Parco Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri, ha firmato un’ordinanza con la quale vieta l’accesso al tratto compreso tra Punta delle Cote a nord e la Baia a sud di Punta delle Cote, nella costa occidentale dell’isola, la zona dove più volte è stato avvistato di recente l’esemplare del più raro mammifero marino in Europa.
L’ultimo avvistamento risale a una decina di giorni fa, quando il muso di una foca monaco ha fatto capolino a pelo d’acqua tra punta della Fica e cala di Ceppo. L’animale fa parte della lista di specie considerate in pericolo critico dall’Iucn, l’Unione internazionale per la conservazione della natura.
Al giorno d’oggi si contano appena 700 esemplari di foca monaca in tutto il mondo. Gli ultimi avvistamenti all’Isola di Capraia riaccendono le speranze di un suo ritorno stabile nelle acque italiane, dove, purtroppo, la foca monaca non si riproduce ormai da più di cinquant’anni. I passaggi di alcuni esemplari registrati negli ultimi anni alle Egadi, testimoniano che l’animale continua a frequentare le coste della Sicilia e della Sardegna, dove recentemente è scattato l’allarme cavallette.
In seguito agli avvistamenti registrati all’Isola di Capraia nelle scorse settimane, tra i quali uno validato secondo la rigidissima procedura operata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, le indagini sono andate avanti con successi.
Due ricercatrici di ISPRA, Sabrina Agnesi e Giulia Mo, insieme al Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, Giampiero Sammuri, hanno effettuato un sopralluogo presso la Grotta della Foca, applicando il protocollo di controllo delle grotte che serve a non spaventare eventuali animali presenti. Il sopralluogo ha dato l’esito sperato: all’interno della grotta stava riposando un meraviglioso esemplare di foca monaca. Grazie alla cautela adottata e all’aiuto della risacca, il mammifero marino non si è accorto del sopralluogo in corso.
Per salvaguardare l’animale è stata diramata un’ordinanza che vieta l’accesso, in ogni forma e con ogni mezzo, nel tratto di mare classificato come zona B, compreso tra Punta delle Cote a nord e la Baia a sud. L’accesso al mare sarà consentito solo al personale e ai mezzi autorizzati dall’Ente Parco per attività di ricerca e di monitoraggio, oltre che ai mezzi di soccorso e alle unità navali delle forze dell’ordine deputate alle attività di sorveglianza.