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Chi ha inventato la cambiale tra Genova e Prato? Mistero svelato

Un documento del 1207 riapre il confronto sull'invenzione della cambiale tra Genova e Prato, gettando luce sulle origini di questo strumento finanziario

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

Un misterioso documento latino datato 1207 riporta all’attenzione un dibattito storico acceso: chi ha inventato la cambiale? Questo strumento finanziario, essenziale per il commercio, ha radici profonde in Italia, ma resta ancora controverso il luogo esatto della sua nascita. Due città, Genova e Prato, si contendono il merito di questa innovazione, che ha rivoluzionato le transazioni mercantili medievali.

Un antico documento genovese del 1207 è la prima cambiale?

Secondo recenti ricerche, la scoperta di un documento genovese risalente al 1207 potrebbe svelare un dettaglio cruciale, risolvendo in parte il mistero. Questo documento rappresenterebbe uno dei primi esempi di cambiale, utilizzato per agevolare i commerci e rendere più sicure le transazioni finanziarie tra i mercanti.

Nel dibattito sull’origine della cambiale, Genova sembra avere un vantaggio storico. Il documento in questione, scoperto e studiato da storici come Michele Giuseppe Canale, risale al 6 aprile 1207. Si tratta di una carta notarile che riporterebbe un contratto tra il banchiere genovese Simon Rubeus e un mercante, evidenziando l’uso di una “promessa di pagamento” in argento, una forma primitiva di cambiale.

Secondo la ricostruzione di Marta Calleri, pubblicata su ‘Il Corriere della Sera’, il Canale avrebbe scritto che “nella sua opera del 1845 dedicata alla storia civile, commerciale e letteraria di Genova pubblica un documento del 6 aprile 1207 dichiarando che si tratta di ‘un esempio perfetto’ di cambiale, in quanto l’unico in cui si trovi la clausola al portatore”. Questo sarebbe il più antico esempio conosciuto di uno strumento finanziario simile.

Il mistero dei numeri indo-arabici nel documento del 1207

Un aspetto controverso legato al documento del 1207 riguarda l’utilizzo dei numeri indo-arabici, sollevando sospetti sulla sua autenticità. Il Liber Abbaci, pubblicato nel 1202 dal matematico Leonardo Pisano, detto Fibonacci, introdusse per la prima volta in Europa i numeri indo-arabici e i relativi algoritmi.

Tuttavia, la diffusione di questo sistema numerico fu lenta, trovando resistenza, soprattutto tra i banchieri fiorentini, che vedevano nello zero e nelle nuove cifre un potenziale strumento per nascondere i valori reali, rispetto al sistema numerico romano allora in uso.

Nel documento originale del 1207, ci si aspetterebbe di trovare cifre romane piuttosto che indo-arabiche, il che ha portato a dubbi e speculazioni sulla sua autenticità. In effetti, nelle trascrizioni successive del documento, i numeri indo-arabici sembrano essere stati inseriti in sostituzione di quelli originali, creando confusione tra gli storici e sollevando il dubbio di una possibile falsificazione.

Questa apparente incongruenza, tuttavia, non intacca la rilevanza storica del documento, ma lascia spazio a ulteriori interrogativi su come questa innovazione numerica si sia radicata in Italia.

Francesco Datini e il ruolo di Prato nella diffusione della cambiale

Il dibattito sull’origine della cambiale non finisce qui. Prato, famosa per la figura del mercante Francesco Datini, è celebrata come il padre della cambiale. Datini, vissuto tra il XIV e il XV secolo, è noto per aver contribuito alla diffusione della cambiale in Toscana e in altre parti d’Europa. Le sue attività commerciali, documentate nei suoi archivi, testimoniano l’uso di questo strumento finanziario per regolare i debiti tra mercanti e finanzieri.

Sebbene la documentazione pratese sia posteriore a quella genovese, molti storici attribuiscono a Datini il merito di aver perfezionato e reso la cambiale uno strumento standardizzato e di uso comune nei commerci internazionali. Tuttavia, l’esistenza del documento genovese del 1207 suggerisce che la nascita della cambiale come concetto potrebbe essere avvenuta prima del tempo di Datini.

Un elemento chiave da considerare è il termine ‘banca‘, che deriva dal ‘banco’, il tavolo dove i prestatori di denaro utilizzavano per incontrare i mercanti e fornire lettere di credito, necessarie per viaggiare in sicurezza. Questo sistema di scambi e prestiti si evolse progressivamente, fino a creare le moderne istituzioni bancarie che conosciamo oggi.

Un esempio moderno di questo antico concetto è rappresentato dal banchiere Amadeo Giannini, che utilizzò il suo banchetto per prestare denaro a San Francisco dopo il terremoto del 1906, fondando quella che oggi conosciamo come Bank of America.

La cambiale è stata una delle invenzioni più importanti per il commercio medievale, contribuendo a rendere le transazioni più sicure e a proteggere i mercanti dai rischi di perdita durante i viaggi. La sua evoluzione, con il passare dei secoli, ha influenzato profondamente lo sviluppo delle moderne pratiche bancarie. Sebbene il dibattito sulla paternità della cambiale continui, entrambe le città, Genova e Prato, rivestono un ruolo significativo nella sua storia.

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