In Sardegna c'è l'albero più antico d'Italia: ha 4.000 anni ed è in gran forma
Antico 4 millenni, maestoso, lussureggiante, alto come un palazzo di 4 piani. S’Ozzastru, "l'olivastro", è il nonno di tutti gli alberi
In Sardegna, tra i verdi declivi della subregione storica della Gallura, si trova l’albero più antico d’Italia. Si tratta di un Olea europaea, un olivo, che secondo accurate stime elaborate dall’università di Sassari, ha più di 4.000 anni.
Quando le prime radici del patriarca arboreo cominciarono ad affondare nel terreno di Luras, in provincia di Sassari, le antiche piramidi egiziane erano state costruite da pochi secoli, la fondazione di Roma era ancora lontana centinaia di anni nel tempo e i Sumeri spadroneggiavano in Mesopotamia. In Sardegna i Fenici sarebbero sbarcati dopo un millennio. Persino l’antica civiltà nuragica, le cui prime attestazioni risalgono al 1800 a.C. , è successiva al maestoso ulivo, i sardi dei nuraghi videro l’antico albero già alto e rigoglioso, vecchio di almeno un paio di secoli.
All’interno di un ampio recinto realizzato per difendere il fusto dichiarato nel 1991 monumento naturale, si impone, maestoso sul paesaggio, l’albero arcaico. 11 metri di circonferenza, 14 di altezza, come un palazzo di 4 piani. La chioma folta e lussureggiante copre un’area di 21 metri quadrati. Un gigante verde scolpito da nodi e numerose cavità nei tronchi, segno dell’incedere del tempo. Questo inestimabile patrimonio del verde sardo è stato inserito anche all’interno della lista delle venti piante secolari italiani da tutelare.
Da queste parti lo chiamano “S’Ozzastru”, cioè l’olivastro, e in Sardegna non è l’unica pianta a poter vantare una longevità così estesa. Nell’isola, tronchi così antichi non si contano, ma anche sulla terraferma italiana non mancano alberi che possono vantare un’esistenza secolare.
Per tutelare quest’incredibile patrimonio arboreo il Ministero delle Politiche agricole e forestali ha istituito la giornata nazionale degli alberi, che si celebra ogni 21 novembre. Inoltre, con lo scopo di creare una mappa virtuale, consultabile da tutti, è stato istituito un regolare censimento degli esemplari più antichi d’Italia, in modo da agevolarne la salvaguardia e poter conoscere a portata di click la disposizione geografica di questi magnifici nonni della flora italiana, un bel progetto non ancora ultimato a causa di ritardi dovuti soprattutto alla recente soppressione del Corpo Forestale dello Stato che ha comportato un rallentamento della conclusione dei lavori, inizialmente prevista per la fine del 2016.