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Genova: in mare ecco il cestino che si "mangia" la plastica

Si chiama "Seabin" ed è stato installato nella marina di Sestri Ponente, con questo arrivano a cinque i cestini che liberano il mare dalla plastica in Liguria

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Si chiama “Seabin” e ha un compito molto importante: quello di liberare il mare dai rifiuti.

Il dispositivo ha fatto la sua comparsa a Genova, più precisamente nella Marina a Sestri Ponente ed è frutto di un progetto portato avanti da Coop e Lifegate che ha come scopo quello di salvaguardare l’ambiente. Argomento di grande attualità, sul quale si sono nuovamente accesi i riflettori anche grazie alla recente manifestazione  che si è tenuta in numerose piazze italiane il 15 marzo 2019 e promossa da Fridays for Future, la comunità nata per merito della giovanissima attivista Greta Thunberg, di  16 anni svedese.

“Seabin” di fatto è un cestino acchiappa plastica, in un anno di lavoro può arrivare a recuperare oltre 500 chili di questa tipologia di rifiuti, molto pericolosi e dannosi per l’ecosistema marino.

Non solo si occupa di raccogliere la spazzatura che incontra, di dimensioni diverse,  ma è all’opera sette giorni su sette, 24 ore su 24 e arriva a filtrare 25 mila litri d’acqua all’ora. Insomma numeri importanti, che possono fare un po’ la differenza. Il suo peso è di circa 20 chilogrammi e resta ancorato alla banchina. La location scelta per installarlo è il punto in cui le correnti portano il maggior numero di rifiuti.

Ma “Seabin” non è da solo: non è l’unico cestino presente nello specchio acqueo ligure, va ricordato infatti che in totale ora ammontano a cinque e si trovano a Varazze, Santa Margherita Ligure, Portofino e sempre a Genova presso il Museo del Mare.

Li si possono vedere galleggiare in acqua, mentre lavorano incessantemente: raccolgono i rifiuti e, grazie a una pompa di piccole dimensioni, buttano fuori l’acqua filtrata.

Questo secondo dispositivo è arrivato nel capoluogo ligure grazie all’adesione di Coop alla campagna PlasticLess che è portata avanti da LifeGate insieme a Polaru Marine.

Si tratta di iniziative che si sommano una all’altra con lo scopo di rendere sempre meno numerosi i rifiuti. Nella stessa direzione ad esempio va il progetto portato avanti da MareVivo che ha coinvolto anche le Università italiane nella campagna  #StopSingleUsePlastic che tra gli scopi vuole incentivare all’uso di borracce per l’acqua (da distribuire negli atenei) e bicchieri di carta. Così come  i negozi che non usano imballaggi, come uno presente a Bolzano, che fanno dei “rifiuti zero” la loro filosofia.

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