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Fabriano, dopo 50 anni non sarà più prodotta la carta da ufficio

La chiusura della linea di produzione della carta da ufficio a Fabriano rappresenta la fine di un capitolo importante nella storia della città.

Pubblicato:

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Fabriano, storica capitale della carta, si prepara a voltare pagina dopo quasi cinquant’anni di produzione di carta da ufficio. Il gruppo Fedrigoni, che gestisce il prestigioso brand, ha deciso di interrompere la produzione delle risme Fabriano Copy 2, simbolo di qualità per stampanti e fotocopiatrici. Un cambiamento epocale per la città, che da sempre lega il proprio nome all’industria cartaria. La decisione di spegnere la storica macchina F3 segna la fine di un’era, ma pare aprire nuovi scenari per il futuro.

Fabriano: stop alla produzione di carta da ufficio

Fabriano, cittadina della provincia di Ancona, vanta una tradizione cartaria che affonda le sue radici nel Medioevo. È dal 1264 che questa città è sinonimo di eccellenza nella produzione della carta che, grazie alla sua qualità, è stata per secoli esportata in tutta Europa. È in questo contesto che è nata nel 1782 la società Cartiere Miliani Fabriano fondata da Pietro Miliani. Nel 2002 questa è stata acquistata dal Gruppo Fedrigoni S.p.A. che, a sua volta, nel 2017 è entrata a far parte del fondo americano Bain Capital.

Tra le varie innovazioni che l’azienda ha introdotto nel tempo ha fatto successo la produzione di carta da ufficio cominciata nel 1976. Grazie alla macchina F3 è stata introdotta una linea progettata per soddisfare la crescente domanda di risme per stampanti e fotocopiatrici. Questo ha contribuito significativamente alla crescita del brand Fabriano tanto che dal 2013, Fabriano è stata riconosciuta come Città Creativa dell’UNESCO nella categoria “Artigianato, Arti e Tradizioni Popolari”.

Dopo quasi cinque decenni, in questo dicembre 2024, la macchina F3 ha prodotto la sua ultima bobina di carta da ufficio, ponendo fine a una produzione storica. La decisione del gruppo Fedrigoni è maturata dopo anni di ricerca di soluzioni per rilanciare il business legato alla carta da ufficio, un settore in declino a causa della digitalizzazione e della crescente attenzione alla sostenibilità. Di fronte a un mercato sempre più ridotto, quindi, il gruppo ha optato per fermare la linea produttiva. Nonostante la fine di un’attività che ha fatto la storia della città, il gruppo Fedrigoni ha ribadito la propria volontà di restare nelle Marche e di continuare a investire nella città, che rappresenta un’eccellenza nel panorama cartario mondiale.

Il futuro di Fabriano

Con la fine della produzione della carta da ufficio, il futuro di Fabriano è ora legato a segmenti di mercato più redditizi e in crescita. L’azienda intende concentrare gli sforzi sulla carta premium e su prodotti ad alta specializzazione, come la carta per passaporti. Quest’ultimo settore ha registrato un forte incremento della domanda. In particolare, dopo l’entrata in vigore della Brexit molti cittadini hanno deciso di rinnovare o richiedere il passaporto per essere liberi di viaggiare anche fuori Europa. I lavoratori così possono tirare un sospiro di sollievo, almeno per i prossimi 12 mesi. Si parlava, infatti, di 173 posti di lavoro a rischio, ma sembra che sia possibile la ricollocazione del personale in altre linee produttive.

Marco Nespolo, amministratore delegato del gruppo, ha sottolineato l’impegno dell’azienda per il rilancio di Fabriano. Le sue dichiarazioni in merito sono state riprese da ‘La Repubblica’: “L’anno che abbiamo davanti ci darà il tempo di identificare nuove opportunità occupazionali anche grazie al potenziamento di segmenti del business Fabriano, come le carte speciali per il disegno artistico, le carte di sicurezza (leggi passaporti, appunto), i prodotti per la scuola e la cartoleria realizzati nelle Marche, su cui intendiamo investire.” Fedrigoni ha annunciato un piano di investimenti globale da oltre 300 milioni di euro per i prossimi quattro anni, una parte di questo budget sembra riservata agli stabilimenti marchigiani.

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