Eventi estremi, boom in Italia nel 2023: le regioni più colpite
Il rapporto Legambiente 2023 evidenzia una situazione drammatica, con l'aumento degli eventi estremi in tutta Italia: ecco le regioni più colpite
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L’allarme sul clima
L'Italia sta diventando un Paese dal clima sempre più tropicale, e quella in arrivo dovrebbe essere l'estate più calda di tutti i tempi. Ciò comporta effetti drammatici, principalmente per quanto riguarda l'avvento di fenomeni estremi come siccità, alluvioni, trombe d'aria e forti grandinate (come quella che ha colpito Roma lo scorso aprile)
I luoghi a rischio
Negli ultimi anni, sono molte le nostre città che hanno dovuto fare i conti con eventi di questo tipo, le cui conseguenze - talora tragiche - sono sotto gli occhi di tutti. Solo qualche giorno fa è stato lanciato un nuovo allarme, con alcuni dei più preziosi beni italiani protetti dall'Unesco considerati ora a rischio inondazione, tra cui la città di Venezia.
Gli eventi estremi del 2023
La situazione è allarmante: in Italia si stanno susseguendo numerosi eventi meteorologici estremi che causano grave danno alle popolazioni colpite. Rispetto allo scorso anno, il trend è in crescita. Sino a maggio 2023 sono stati registrati già 122 fenomeni climatici avversi, contro i soli 52 che si erano verificati negli stessi mesi del 2022.
Le piogge intense in tutta Italia
A causa dei cambiamenti climatici, il nostro Paese è sempre più frequentemente funestato da alluvioni, trombe d'aria e lunghi periodi di siccità estrema. La tipologia di evento meteorologico che più ha colpito l'Italia è caratterizzato da piogge intense - se ne sono verificati già 30 casi dall'inizio dell'anno, il più eclatante in Emilia Romagna.
L’Emilia Romagna
Quali sono le regioni più colpite nel 2023? Al primo posto c'è proprio l'Emilia Romagna, dove si sono susseguiti ben 36 fenomeni climatici estremi dall'inizio dell'anno: nello stesso periodo del 2022, erano stati solamente 4.
La Sicilia
Al secondo posto c'è la Sicilia, dove quest'anno si sono registrati venti molto intensi e forti piogge. Dall'inizio del 2023 sono stati 15 gli eventi che si verificati, contro i 5 dello scorso anno.
Il Piemonte
La terza regione più colpita d'Italia è il Piemonte, anche qui a causa delle forti piogge e degli allagamenti che ne sono conseguiti. Il numero dei fenomeni registrati in questi primi mesi dell'anno è pari a 10, mentre lo scorso anno erano solamente 6.
Il Lazio
Il quarto posto va invece a tre regioni ugualmente colpite dagli eventi climatici estremi. Uno è il Lazio, che ha registrato 8 fenomeni avversi rispetto ai soli 3 dello scorso anno.
La Lombardia
A seguire c'è la Lombardia, che è l'unica regione in cui gli eventi estremi sono diminuiti: nei primi mesi del 2023 se ne sono verificati 8, mentre lo scorso anno in questo stesso periodo se ne contavano 9.
La Toscana
Infine, c'è la Toscana: anche qui si sono verificati 8 eventi climatici estremi dall'inizio dell'anno, rispetto ai 6 che avevano colpito la regione negli stessi mesi del 2022.
La recente alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna è solo l’ultimo dei tanti eventi estremi che si sono susseguiti in Italia nel corso della prima metà del 2023. Il numero dei fenomeni meteorologici preoccupanti è in continua crescita, come dimostrano i dati: rispetto allo scorso anno, si parla di un allarmante +135%. A rivelarlo è il nuovo rapporto di Legambiente, che fa il punto della situazione su questi primi mesi dell’anno, mettendo in luce le conseguenze negative del cambiamento climatico.
“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro, bisogna invertire al più presto la rotta” – ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente di Legambiente – “L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane”. Vediamo cosa ci rivela la nuova indagine Osservatorio Città Clima di Legambiente.