L’italia dei campanili: rivalità e sfide tra città
Al Nord come al Sud, al mare come in montagna, in Italia gli antagonismi tra città, con i coloritissimi sfottò, sono moltissimi. Ma perchè e come hanno avuto inizio?
Come annotava nel Settecento lo scrittore Johann Wolfgang Goethe durante il suo viaggio nella penisola italiana:
qui sono tutti in urto l’uno contro l’altro, in modo che sorprende. Animati da un singolare spirito di campanile, non possono soffrirsi a vicenda
Il termine “campanilismo” deriva dalla parola “campanile”, e sembra legato ad un curioso aneddoto occorso fra due comuni limitrofi della provincia di Napoli: San Gennaro Vesuviano e Palma Campania.
Ecco spiegati alcuni dei piu’ conosciuti campanilismi d’Italia. Segnalateci nei commenti altre rivalità.
San Gennaro Vesuviano e Palma Campania (NA)
Fino a venti anni fa, il lato orientale del campanile di San Gennaro Vesuviano, quello cioè rivolto verso Palma Campania, era l’unico senza orologio.
Una dimenticanza?
Assolutamente no, era un dispetto premeditato per evitare che i vicini del comune limitrofo Palma Campania potessero leggere l'ora. Una trovata decisamente “Campanilista” quella dei sangennaresi contro i palmesi, comune di cui cui avevano fatto parte fino al 1841, anno dell’autonomia stabilita da un decreto del sovrano del Regno delle Due Sicilie, Ferdinando II di Borbone
Pescara e Chieti
Anche in questo caso la rivalità ha radici storiche e precisamente durante la seconda guerra mondiale. Nel 1943/44, dopo lo sbarco degli alleati al sud, la linea Gustav, che andava da Montecassino ad Ortona, divideva l'Italia: al sud americani e inglesi, al nord l'esercito tedesco che durante la ritirata distruggeva tutte le città italiane, tra cui Pescara, lasciando intere polazioni sfollate senza più averi nè ricoveri.
Chieti invece, per intercessione del Papa, fu dichiarata "città aperta" e non venne bombardata. Ma i chietini, ad eccezione di un breve periodo, non accettarono di accogliere gli sfollati, lasciando molte persone in preda ad un destino dispertato. Fu un gesto che rimase nelle menti e nei cuori di tutti gli abruzzesi
Firenze e Siena
Questa rivalità è molto antica, addirittura già dall'anno 1000 si registrano le prime tensioni, ma il casus belli che segnerà l’inizio della rivalità piu' spietata risale al 1258, quando i senesi non esitarono ad accogliere i ghibellini esiliati di Firenze (schierati con l'Imperatore), nonostante il divieto sottoscritto 3 anni prima.
Iniziò così la dura contrapposizione della Firenze guelfa, schierata con il Papa, contra Siena ghibellina, che culminò poi con la famosa battaglia di Montaperti del 1260 e la conseguente disfatta fiorentina ricordata da Dante nel X canto dell’Inferno: “Lo strazio e ‘l grande scempio che fece l’Arbia colorata in rosso, tal orazion fa far nel nostro tempio"
Pisa e Livorno
Insultare o deridere i pisani è lo sport preferito dai livornesi. Le radici di questa antipatia però sono antichissime e risalgono addirittura all’agosto del 1284, quando la flotta pisana venne sconfitta da quella genovese tra gli scogli della Meloria, al largo di Livorno.
Questo fu l’inizio della decadenza della repubblica marinara di Pisa, sancita poi con l'interramento del porto.
In capo a un secolo, da piccolo scalo sottomesso a Pisa, Livorno diventò il principale approdo toscano
Bari e Taranto
Jonio e Adriatico, due mondi a confronto: accento duro verso accento gommoso, industria contro commercio internazionale.
La BA-TA si percorre in un’ora, ma in quei 80 km scarsi corre la repulsione reciproca.
In questo caso però non si tratta di campanilismo storico: nessun battaglia, nessuna rivalità di fazioni, nessun fatto cruento o lotta politica. Tutto sembra ridursi ad uno scontro calcistico, alla competizione tra due squadre.
La verità è che è impossibile storicizzare la scintilla che ha fatto divampare l'antipatia dei Taras verso i Galletti...
Bergamo e Brescia
“Noter dè Bresà som ei piò bei, voter de Berghem sif dei porcei” (Noi bresciani siamo i più belli, voi bergamaschi siete i porcelli)
“Bresa, làrg de boca, strèc de ma” risponde il bergamasco
(Bresciano, largo di bocca, stretto di mano - ossia grossolani e pure tirchi)
Cosi si apostrofano dal lontano medioevo bergamaschi e bresciani. Nel lontano 1156, infatti, Brescia fece morti e prigionieri tra le truppe bergamasche per il possesso dei castelli di Volpino, Ceretello e Qualino. Ma più tardi toccò a loro alzare bandiera bianca, dopo l’attacco dell’imperatore Federico Barbarossa, alleato con Bergamo contro la ribelle Milano. Anche in seguito le due città continuarono a scontrarsi finché, nel 1192 Enrico VI, il successore del Barbarossa, pose fine alla guerra intestina assegnando i possedimenti contesi.
Palermo e Catania
Esistono innumerevoli teorie e supposizioni, ma nessuna certezza, del perché nacque l'avversione fra Catania e Palermo che si tramanda da secoli.
Palermo e Catania sono rivali, per prima cosa, per il cibo: chi ha inventato per primo gli arancini di riso o le arancine di riso? E via alla diatriba.
Il capolouogo della Sicilia è Palermo, ma anche Catania si contende lo scettro di principale città della Sicilia, soprattutto per i traghetti per la Sicilia.
A questa antica faida ha poi decisamente contribuito il gioco del calcio: è più forte il Palermo o il Catania?
Ecco non fate questa domanda, è meglio...
Sauris di Sopra e Sauris di Sotto (UD)
Ma l'incredibile è che l'innato spirito di campanile italiano arriva addirittura alle frazioni con meno di 1.000 anime!
Ecco quindi che i paesani di Sauris di Sopra vengono chiamati “Ouberzahrar nokhe ponzn“, (“pance nude“), mentre quelli di Sotto “Dorfar sklörfar muespekar” (“ciabattoni beccamules“).
La storia racconta che a Sauris di Sopra un tempo si credevano “superiori” grazie all’altitudine del paese (1.400 mt.), infatti chi viveva a Sauris di Sotto viveva “solo” a 1.200 mt d’altitudine. Però a Sauris di Sotto i residenti si credevano più importanti, perché la sede del Comune era situata proprio nella loro frazione.