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Da Firenze a Ravenna sulle tracce di Dante in treno

Sulla tratta da Firenze a Ravenna, il Treno di Dante permette di visitare, a bordo di un treno speciale, i luoghi della vita e dell’esilio del Poeta

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Il Treno di Dante è un progetto promosso dalla Regione Emilia Romagna in occasione del 700esimo anniversario delle celebrazioni dantesche che permette di visitare, a bordo di un treno speciale, i luoghi della vita e dell’esilio del sommo poeta.

Il treno speciale a bordo del quale è possibile salire è il famoso “Centoporte”, un mezzo storico che trae ispirazione dalle diligenze di inizio Novecento e che ci condurrà attraverso un suggestivo itinerario che parte da Firenze, città natale del poeta, e si conclude a Ravenna, in cui Dante Alighieri visse gli ultimi anni della sua vita.

Inaugurata nel 1893, la tratta ferroviaria del nostro viaggio è lunga 136 chilometri e ferma in sei stazioni:

  • Firenze, la “madre di poco amore” di Dante
  • Borgo San Lorenzo e la casa di Giotto
  • Marradi e la valle del Lamone
  • Brisighella nei ricordi di Dante
  • Faenza e il MIC, il Museo Internazionale delle Ceramiche
  • Ravenna e il Museo Dantesco

Tappa 1. Firenze, la “madre di poco amore” di Dante

Firenze è per Dante Alighieri “un luogo di amore e dolore”: qui il poeta nacque nel 1265, e qui conobbe l’impegno civico – come cavaliere e come membro del governo cittadino nel Consiglio dei Cento.

Da Firenze fu esiliato nel 1302, quando Carlo di Valois approfittò dell’assenza del Sommo Poeta, trattenuto a Roma da Bonifacio VIII, per occupare la città. Il Poeta non rivide mai più la sua patria: soggiornò a lungo in quel di Verona per approdare infine a Ravenna, città in cui morì nel 1321.

Il tour dantesco di Firenze tocca i luoghi più cari al Sommo Poeta e quelli citati nella Divina Commedia: dalla Basilica di Santa Croce, a fianco della quale si erge la statua dedicata a Dante realizzata dallo scultore Enrico Pazzi nel 1865, si arriva al quartiere dantesco.

Nella parte medievale del centro città si trova la chiesa di Santa Margherita de’ Cerchi, nota come Chiesa di Dante e Beatrice, il luogo in cui il Poeta vide per la prima volta Beatrice Portinari.

A pochi passi si trova il Museo della casa di Dante, che offre un interessante viaggio all’interno della vita e della poesia di Dante Alighieri. All’interno del Museo ci sono diversi percorsi multimediali, tra cui uno spettacolo immersivo sulla Divina Commedia.

Tappa 2. Borgo San Lorenzo e la casa di Giotto

Al chilometro 30 della tratta del Treno di Dante c’è la fermata di Borgo San Lorenzo: sulla via che da Firenze portava a Faenza, l’area del caratteristico borgo (nella foto) fiorisce in epoca romana ma è popolata sin da prima degli etruschi.

Tra le bellezze che Dante ha di certo incontrato passeggiando per il borgo negli anni dell’esilio vi è di certo la pieve di San Lorenzo, documentata già dal 934 e oggetto di ricostruzione proprio nel Duecento, con il suo campanile a forma esagonale, del 1263.

All’interno della pieve sono conservate importanti opere d’arte religiosa, tra cui una Madonna di Borgo San Lorenzo del giovane Giotto.

Solo dieci minuti di treno ci dividono dalla stazione di Vicchio, borgo natale del pittore, di soli 2 anni più giovane di Dante Alighieri. L’ingresso alla Casa Museo Giotto è compreso nel biglietto del Treno di Dante ed è un’occasione in più per godere di un’atmosfera che ci porta negli anni in cui visse il Poeta.

Tappa 3. Marradi e la valle del Lamone

Marradi è un piccolo Comune dell’Alto Mugello, forse noto più agli appassionati di trekking che non ai cultori di Dante. Sorto in epoca romana sulle rive del fiume Lamone (nella foto in basso), il borgo è uno splendido esempio dell’inurbamento tipico della zona del Mugello, con edifici di epoche diverse che si affacciano sulle strade intrise di storie di viandanti.

La rete di sentieri che attraversa il territorio di Marradi è lunga oltre 120 chilometri e offre aree di sosta, rifugi e punti panoramici da cui godere della vista sulla valle del Lamone.

Da non perdere in autunno la sagra delle castagne: il Marron Buono IGP è la specialità del posto.

Se si è sulle tracce della poesia, non può mancare una visita nei luoghi che furono di Dino Campana, che nacque a Marradi il 20 Agosto del 1885 e a cui il paese dedica le tradizionali celebrazioni estive di metà Luglio, che il poeta descrisse nel poema “Canti Orfici”.

Tappa 4. Brisighella nei ricordi di Dante

Al chilometro 100 della tratta si scende a Brisighella: Città Slow, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e tra i Borghi più Belli d’Italia, Brisighella è la tappa perfetta per ritemprare gli animi.

Dante si riferisce a Brisighella nell’Inferno, in cui il Poeta cita (senza nominarlo espressamente) l’allora signore della città, Maghinardo Pagani da Susinana, al fianco del quale Dante combatté nella battaglia di Campaldino negli schieramenti guelfi di Vieri de’ Cerchi.

Sul paesaggio si impone la Rocca Manfrediana (in foto), edificata dai signori di Faenza all’inizio del XIV secolo e nota anche come Rocca dei Veneziani poiché fu ampliata durante la breve dominazione di Venezia sulla Romagna, nel Cinquecento.

La via del Borgo, o via degli Asini, è una delle strade più caratteristiche del borgo di Brisighella, il cui aspetto è reso peculiare dal diffuso uso del gesso, prezioso materiale da costruzione nell’antichità che fu il centro dei commerci della fiorente città.

Tappa 5. Faenza e il MIC, il Museo Internazionale delle Ceramiche

Fermata d’obbligo è quella al chilometro 110 dell’itinerario del Treno di Dante: fiorente città sotto il governo dei Manfredi, Faenza fu un centro culturale molto importante nel Medioevo.

Oggi la città è conosciuta in tutto il mondo per la produzione di ceramiche artistiche. Il nostro itinerario può quindi concedersi una momentanea pausa dalla poesia per dedicare una visita al MIC, il Museo Internazionale delle Ceramiche, la più vasta raccolta di arte ceramica al mondo. Una passeggiata per le strade del centro ci conduce alla vicina Piazza del Popolo (nella foto).

Negli anni in cui visse Dante, Faenza era una città contesa tra guelfi e ghibellini: il Poeta cita il tradimento ghibellino di Tebaldello Zambrasi nell’Inferno, collocando l’uomo che aprì le porte della città agli uomini del Papa tra i “traditori della patria”. Pier Damiani, nel settimo cielo del Paradiso, riscatta l’onore della città di Faenza agli occhi del Sommo Poeta.

Tappa 6. Ravenna e il Museo Dantesco

Ravenna è una città d’arte tra le più importanti del Paese, e vanta otto monumenti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Tra questi, il Mausoleo di Teodorico, la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia, che certo meritano una visita.

A Ravenna Dante Alighieri terminò la stesura della Commedia e qui venne sepolto nel 1321 nei pressi della Basilica di San Francesco. All’interno della chiesa romanica, che probabilmente Dante frequentò in vita, vi è un’affascinante cripta del X secolo il cui pavimento è completamente sommerso d’acqua.

Appena fuori della chiesa si trova la tomba di Dante, oggi monumento nazionale: la “zona dantesca” comprende anche il Quadrarco e i chiostri francescani, che ospitano il Museo Dantesco, la conclusione perfetta del nostro itinerario sulle tracce del Sommo Poeta.

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