Cupra come Pompei: la nuova scoperta straordinaria in Italia
Gli scavi archeologici di Cupra Marittima si concentrano sul tempio di Cupra e rivelano una incredibile somiglianza con lo stile di Pompei
Gli scavi archeologici di Cupra Marittima stanno dando importanti soddisfazioni; a raccontarlo è Ansa che ha reso note le scoperte in esclusiva. Protagonista degli scavi è il grande tempio romano di Cupra nella zona del Piceno, che ha rivelato numerose somiglianze con lo stile di Pompei. Colori e immagini in perfetto stile pompeiano hanno attirato l’attenzione di studiosi e archeologi. A raccontare la scoperta è l’archeologo Marco Giglio che l’ha definita in una intervista ad Ansa “inaspettata e straordinaria”.
Le scoperte durante gli scavi a Cupra
Durante gli scavi archeologici di Cupra Marittima sono stati scoperti importanti ritrovamenti relativi al tempio romano. In particolare il focus è andato su colori e immagini in perfetto stile pompeiano. Le pareti a grandi riquadri hanno rivelato il giallo dello zoccolo a contrasto con il rosso intenso e il nero utilizzato nella fascia centrale. Le tinte unite utilizzate venivano poi intervallate da decorazioni di fiori o candelabri.
Grande curiosità hanno destato anche le nicchie per le statue e il soffitto che sono stati tinti di un azzurro intenso, proprio come se fosse un cielo.
Il tempio romano di Cupra e le somiglianze con Pompei
Il tempio romano di Cupra è stato costruito all’inizio del primo secolo d.C. sotto il dominio di Augusto. Situato nel Piceno, è stato caratterizzato da una serie di decorazioni colorati e immagini in stile pompeiano tanto da aver scelto le medesime caratteristiche e colorazioni. Le decorazioni così come le colorazioni scelte sono le medesime che si vedevano negli edifici e nelle abitazioni più ricche sia di Roma che di Pompei.
A dare la notizia tramite un’intervista esclusiva ad Ansa è Marco Giglio, archeologo dell’Università di Napoli, che si è occupato del sito archeologico marchigiano per intraprendere una campagna di ricerca.
L’archeologo ha così raccontato ad Ansa: I templi con l’interno della cella decorato da pitture sono rarissimi”, fino ad oggi se ne conosceva uno solo in III stile, quello della Bona Dea a Ostia, dove però lo schema decorativo sembra essere molto più semplice, oltre al criptoportico del santuario di Urbis Salvia, sempre nelle Marche, e al tempio romano di Nora, in Sardegna”.
Ad occuparsi dello scavo anche Fabrizio Pesando dell’Orientale di Napoli nel ruolo di direttore scientifico; l’esperto racconta del passato della zona abitata dalle famiglie degli eserciti di Marcantonio e Ottaviano.
Intorno al II secolo d.C. il tempio ha rivelato però importanti problemi statici che hanno reso necessario un restauro. Le tecniche utilizzate per il restauro sono le medesime impiegate a Pompei dopo il terremoto del 62 d.C.; un altro parallelismo importante quindi tra il tempio di Cupra e la zona di Pompei. I colori originali potrebbero essere stati persi in occasione delle opere di restauro per rendere i muri più forti.
Giglio, racconta ad Ansa che si sta valutando se restaurarlo o rimuoverlo. Al momento tutti i reperti sono stati portati al sicuro all’interno di laboratori di restauro dove verranno trattati, studiati e puliti. Gli scavi continueranno poi in primavera e si concentreranno sui due archi del tempio. Dopo quasi duemila anni, il tempio romano di Cupra torna a risplendere rivelando non solo i suoi colori ma anche tutta la sua storia.