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Crisi, la classifica delle rinunce a tavola degli italiani

La crisi e l'aumento dei prezzi hanno portato moltissimi italiani a fare dei tagli nella propria spesa: ecco la classifica delle rinunce a tavola

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Negli ultimi mesi, i rincari hanno spinto moltissimi italiani a fare rinunce anche a tavola. Dalla pandemia alla guerra, l’aumento dei prezzi ha messo in difficoltà tante persone che, per far quadrare i conti, sono costrette a dare un taglio alla loro spesa alimentare. A fare il punto della situazione è il nuovo report “Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre”, stilato da Coldiretti/Censis in occasione del XX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione.

Più di un italiano su due (52%) ha dovuto fare rinunce – in quantità o in qualità – per quanto riguarda il cibo a tavola. Colpa dell’inflazione, che ha fatto schizzare alle stelle i prezzi di molti generi alimentari: il caro energia e la scarsità di materie prime (che si è fatta particolarmente sentire durante l’estate, a causa della siccità) hanno portato ad un aumento dei costi di produzione, che si è riversato a valanga sugli utenti finali.

Il rapporto Coldiretti fa luce su questa situazione: il 47% degli italiani è stato costretto a tagliare le quantità di cibo, una percentuale che aumenta notevolmente (sino a raggiungere il 60%) se si prende in considerazione solamente la fascia di popolazione a basso reddito, ovvero quella maggiormente in difficoltà in questo periodo. C’è poi chi preferisce rinunciare alla qualità, con un 37% degli italiani che ha optato per brand più economici così da non dover dire definitivamente addio ai piccoli sfizi quotidiani.

Quali sono i cibi ai quali la popolazione sta rinunciando, per poter far fronte alla crisi? C’è chi infatti ha tagliato sul superfluo, e chi invece si trova a dover fare a meno anche di beni di prima necessità. Coldiretti/Censis ha stilato la classifica delle rinunce a tavola, dalla quale emergono dati piuttosto allarmanti.

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