Le vecchie centrali idroelettriche Edison in Lombardia
Un itinerario alla scoperta delle vecchie centrali idroelettriche Edison in Lombardia che sono considerate un vero capolavoro dell'ingegneria
Erano gli anni Ottanta dell’Ottocento quando l’ingegnere Giuseppe Colombo decise di fondare a Milano la prima Società Generale Italiana di Elettricità (poi nota come Edison) per la produzione e la distribuzione di energia elettrica.
Dopo essere stato a New York e aver conosciuto Thomas Edison, Giuseppe Colombo decise di realizzare nel centro del capoluogo lombardo la Centrale Santa Radegonda, ovvero la prima centrale elettrica europea. L’impianto aveva il compito di illuminare la Galleria di Milano, il Teatro alla Scala e le strade vicine.
Dato il successo di questa prima impresa, l’azienda milanese decise di continuare. Verso la fine dell’Ottocento, grazie all’appoggio della Banca Commerciale Italiana, la Edison guidata da Carlo Esterle ha così contribuito allo sviluppo del settore elettrico della Lombardia, e più in generale del Nord Italia, costruendo diversi impianti.
Queste centrali sono ora parte del patrimonio storico del nostro Paese e raccontano non solo la storia di una società, ma anche lo sviluppo di un territorio e di una nazione.
Giorno 1
Il viaggio alla scoperta delle centrali idroelettriche Edison permette di ammirare capolavori dell’industria italiana ma anche di conoscere meglio il processo d’industrializzazione della Lombardia. Visitando questi impianti è possibile approfondire la conoscenza della storia dell’industria idroelettrica sin dalla sua nascita.
Centrale idroelettrica Angelo Bertini
L’itinerario alla scoperta delle centrali idroelettriche Edison in Lombardia non può che cominciare dalla centrale Bertini di Porto d’Adda (MB), che si presenta come la più antica centrale idroelettrica del gruppo Edison. L’impianto è stato inaugurato nel 1898 e all’epoca aveva già stabilito alcuni record: oltre ad essere la centrale il più grande d’Europa, era la seconda più potente centrale al mondo, seconda solo a quella delle cascate del Niagara.
L’impianto era nato da un accordo tra la Edison e il comune di Milano, con il fine di provvedere all’elettrificazione della rete tranviaria della città meneghina.
Così il 19 dicembre 1898, Milano si presentava come una delle prime città europee a sostituire linee servite da cavalli con linee interamente a trazione elettrica. Vicino alla centrale si trova un museo che espone documenti e reperti che raccontano la storia della Edison e di questi territori. La centrale è dedicata a Angelo Bertini un ingegnere che è stato Direttore Generale della Società lombarda.
Centrale idroelettrica Carlo Esterle
Pochi anni dopo la costruzione della Centrale Bernini, ci si rese conto che la domanda di energia era cresciuta a tal punto che una sola centrale non poteva fornire un bacino così ampio. Così la Edison decise di costruire una nuova e molto più potente centrale situata nella sponda destra del fiume Adda, per sfruttare appieno la potenza delle acque del fiume.
La centrale idroelettrica Esterle, dedicata a Carlo Esterle, consigliere delegato della società Edison fino al 1918, è stata realizzata sempre nel comune di Porto d’Adda ma 500 metri a valle rispetto al preesistente impianto. Ancora oggi le attività industriali e le abitazioni civili dell’area della Brianza vengono fornite di energia elettrica da questa centrale.
Oltre ad essere un impianto molto importante, la Carlo Esterle è anche molto affascinante dal punto di vista architettonico dato che è stata rifinita in modo così elegante da sembrare una villa, più che un impianto. Di grande impatto sono le colonne e i capitelli all’ingresso finemente decorati, gli interni elegantemente ornati e le imponenti vetrate in stile gotico.
Centrale idroelettrica Guido Semenza
In seguito ad un ulteriore incremento del fabbisogno di energia elettrica, nel 1917 la Edison ha deciso di costruire l’ultima e la più piccola delle centrali elettriche dell’Adda, ovvero l’impianto Guido Semenza.
La centrale è la terza e ultima tappa di questa prima giornata alla scoperta di questi capolavori dell’ingegneria. Qui la Edison ha deciso di sfruttare non solo l’energia dell’Adda ma anche il dislivello di 9 metri, fra il livello a monte e quello a valle, creato dallo sbarramento della Diga di Robbiate che era stata costruita per alimentare la centrale Esterle.
Per questo era stato progettato un impianto che, sfruttando il salto, fosse in grado di usare le acque eccedenti la portata massima dell’impianto “Esterle”. La centrale è stata intitolata all’Ingegnere Guido Semenza che all’epoca era il direttore tecnico della società. Grazie ad un rivestimento in ceppo dell’Adda effettuato sull’edificio, il complesso si presenta, anche dal punto di vista architettonico, in piena armonia con l’ambiente circostante.
Lecco
Terminata la visita anche a questa terza centrale è possibile dirigersi verso Lecco, bellissima cittadina situata sulle sponde del Lago di Como. Lecco per la sua posizione e il suo affascinante centro storico si presenta come la località ideale dove soggiornare durante questo fine settimana.
Il centro storico si visita tranquillamente a piedi ed è riuscito a custodire moltissimi siti di interesse e monumenti storici. Nota anche come città dei Promessi Sposi, Lecco vanta tra le sue stradine la presenza di diversi monumenti di personaggi famosi come Alessandro Manzoni, che qui trascorse la sua infanzia, Giuseppe Garibaldi e l’abate Antonio Stoppani, padre della geologia italiana.
Da non perdere il Giorno 1:
- Centrale idroelettrica Angelo Bertini
- Centrale idroelettrica Carlo Esterle
- Centrale idroelettrica Guido Semenza
Giorno 2
Il secondo giorno alla scoperta delle centrali idroelettriche della Edison ci porta verso nord e in particolare in provincia di Sondrio. Qui si trovano diversi impianti idroelettrici, come l’Armisa, il Publino, lo Zappello, il Vedello e il Venina, che utilizzano le acque dei torrenti che nascono dalle Prealpi Orobie e dei loro affluenti.
Centrale idroelettrica Venina
La Centrale idroelettrica Venina è considerata un vero e proprio capolavoro che unisce storia e tecnologia. Entrata in funzione attorno al 1923 la centrale è ora parte dell’asta idroelettrica di Venina–Armisa, situata tra i comuni di Piateda e Ponte in Valtellina. Il Venina utilizza le acque di diversi fiumi e torrenti della zona come l’Armisa e le sue risorgive, il Santo Stefano, il Vallaccia, il Malgina, il Venina, il Caronno, il Seriolo e il Serio.
Inizialmente l’impianto serviva ad alimentare le acciaierie della società Folk situate a Sesto San Giovanni, ma poi ha iniziato a servire anche abitazioni civili. Nel 1994 la centrale è stata potenziata e con gli anni è entrata a far parte di un complesso di opere idrauliche e centrali idroelettriche interconnesse ed ora fornisce energia a circa 20.000 famiglie della zona.
Centrale idroelettrica Armisa
La Centrale idroelettrica Armisa è entrata per la prima volta in funzione nel 1929 ma poi ha subito diversi lavori di ampliamento ed ora è parte dell’asta idroelettrica di Venina – Armisa.
La centrale raccoglie le acque dei fiumi Armisa, Santo Stefano, Reguzzo, Vallaccia, Malgina e altri corsi minori. L’impianto Armisa rappresenta uno dei salti dell’impianto denominato Venina Superiore e comprende due serbatoi, Lago di Mezzo e Santo Stefano. Questi permettono la raccolta delle acque del torrente Santo Stefano e, indirettamente, del torrente Reguzzo. A questi si aggiunge la vasca di Forno che consente la regolazione giornaliera delle acque del torrente Armisa e dei torrenti Malgina e Vallaccia.
Da non perdere il Giorno 2
- Centrale idroelettrica Venina
- Centrale idroelettrica Armisa.