Carretti siciliani: opere d'arte su due ruote. Cosa c'è all'origine dei disegni?
Un tempo utilizzati per il trasporto delle merci, i carretti siciliani stupiscono ancora oggi per la magnificenza di disegni e intarsi. Ecco la loro storia.
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Se c’è un mezzo trasporto che – in Italia – si distingue per originalità, quello è il carretto siciliano. Per un lungo periodo (dal XIX al XX secolo), fu utilizzato per trasportare le merci. Oggi, è al centro di manifestazioni, di tradizioni, di interpretazioni. Perché, coi suoi coloratissimi disegni e gli intagli bucolici, è un vero e proprio oggetto d’arte e d’artigianato, ma anche una folcloristica icona di Sicilia.
Carretti siciliani: storia e significato
A vederlo, il carretto siciliano, non si può contenere la sorpresa: i suoi colori sono straordinari, e le sue linee custodiscono l’abilità delle maestranze siciliane. L’intagliatore, il fabbro, il “carradore” (colui che unisce tutte le sue parti), “u siddaru” (chi prepara l’animale da traino – un mulo, un asino o un cavallo – ricoprendolo di ornamenti e di pennacchi): diversi sono i professionisti che lavoravano – e che ancora oggi lavorano – per dare vita ad un carretto. Ma perché, quel piccolo mezzo che un tempo serviva a trasportare le merci, è così colorato? E quali sono le sue origini?
Carretti siciliani: storia e significato
Quando nacque, il carretto siciliano veniva utilizzato per trasportare i prodotti della terra e il legname. Dopo un periodo in cui i trasporti e i commerci avvenivano via mare, perché le condizioni delle strade siciliane non permettevano la libera circolazione dei mezzi con le ruote (la caduta dell’Impero Romano ne aveva causato il decadimento), nel 1778 il parlamento di Sicilia decise di rifarle, quelle strade. E così, i carretti iniziarono a circolare. E a percorrere quelle “trazzere” che – lungo i campi e i terreni – servivano all’avanzamento delle truppe e allo spostamento delle greggi. In principio, si trattava di piccoli carri semplici, di solito monocromatici e dalle ruote ampie per poter avanzare lungo i percorsi ancora tortuosi.
Carretti siciliani: storia e significato
Ben presto, però, il loro aspetto si fece sempre più elaborato. I libri, a quell’epoca, erano riservati a pochi. E il carretto siciliano – da semplice mezzo di trasporto – divenne una narrazione storica in chiave raffigurativa. Per dipingerli, i pittori traevano spunto dall’opera dei pupi siciliani (Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO), ma anche dalle vicende religiose e letterari. Non solo, con quelle pitture, si impermeabilizzava il legno del carretto: quei disegni avevano molteplici valenze. Le figure religiose servivano per proteggere il mezzo dalla malasorte, mentre i disegni tutt’insieme erano una sorta di “pubblicità”: i carrettieri iniziarono a vivere un miglioramento della loro condizione sociale e, attraverso i colori e gli intarsi, cercavano di attirare l’attenzione sui loro prodotti.
Carretti siciliani: storia e significato
Oggi che il carretto è di fatto relegato alle sagre e alle feste di paese, rimane comunque una testimonianza d’arte tramandata di generazione in generazione. E la sua costruzione è rimasta pressoché identica. Realizzato in legno, si compone di un pianale di carico prolungato davanti e dietro da due “tavulàzzi”, su cui sono montanti le sponde e un portello posteriore. Ogni sponda è divisa in due riquadri in cui vengono dipinte le scene. Il gruppo portante, detto “traìno”, è formato dalle aste e dalla “cascia di fusu”, a sua volta costituita da una sezione in legno intagliato sormontata da un arabesco di metallo. Le ruote – che sono due – si compongono di 12 raggi, anche questi arricchiti da intagli ma anche di fiori, aquile, sirene e teste di paladino.
Carretti siciliani: storia e significato
Negli anni più recenti, il carretto siciliano ha ispirato l’arte e la moda. Il pittore Renato Guttuso attinse al loro mondo per tutta la sua opera, il celebre marchio Dolce & Gabbana trasformò lo stile dei carretti in una collezione moda dedicata alla Sicilia. Del resto, oggi come ieri, quei piccoli capolavori di legno in movimento non fanno che destare stupore in chi li vede. Ecco perché, la Sicilia, ne custodisce gelosamente la loro produzione.