La Campania si arrende: è Dop anche la mozzarella di Gioia del Colle
Il derby tra le due produttrici di mozzarella del Sud finisce con un pareggio. La bontà bianca di latte vaccino di Gioia del Colle è Dop
Anche la mozzarella di Gioia del Colle potrà fregiarsi del marchio Dop. Il fregio non sarà più prerogativa dei latticini a pasta filata realizzati a Napoli, Caserta e dintorni, il marchio la denominazione di origine protetta è stata riconosciuta anche alla mozzarella pugliese. La diatriba tra i due prodotti che aveva alimentato un vivace dibattito tramutatosi anche in una battaglia politica, finisce in un pareggio.
Festeggia la Puglia, per il risultato raggiunto, gioisce un po’ meno la Campania che di certo non vede declassata la propria pregiata mozzarella, ma perde quel primato italiano che era un vanto e motivo d’orgoglio per i produttori campani.
L’importante riconoscimento pone radici alla fine della scorsa estate, dopo che il ministero dell’Agricolatura fece pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale, con data del 28 agosto, la proposta di riconoscimento del marchio Dop per la mozzarella prodotta a Gioia del Colle. Una proposta che portò allo scontro dialettico tra Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia e Vincenzo De Luca, governatore della Campania.
La bella notizia per i prodotti pugliesi è stata diramata da Confagricoltura Bari dopo che il Tar del Lazio ha chiuso definitivamente la vertenza nata alla fine dell’estate 2017. Tutto merito del latte con cui viene prodotta la bontà tonda e bianca di Gioia del Colle: rigorosamente fatta con latte vaccino per i produttori pugliesi, così come è solo di bufala la mozzarella fatta in Campania. Tanto basta per evitare confusione tra i consumatori.
Il Tar Lazio ha riportato la mozzarella sulla retta via”, dichiara Lacenere, presidente di Confagricoltura. “Gli amici campani hanno una grande specificità nella Dop di bufala. La nostra è di vacca e vanta natali altrettanti illustri e origini altrettanto antiche: abbiamo più volte sottolineato che il termine mozzarella si riferisce ad una modalità di lavorazione della pasta filata e, quindi, non poteva essere abbinato al solo prodotto di bufala. E la Puglia – sottolinea il presidente della Confagricolura di Bari – vanta una secolare tradizione di allevamento e lavorazione della pasta vaccina”.