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In Sicilia è scattato l'allarme scorfano nero: i rischi

Allarme scorfano nero in Sicilia: la presenza di questa specie, indicativa per lo stato di salute dell'ecosistema marino, sta diminuendo drasticamente

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In Sicilia scatta l’allarme scorfano nero: il numero di esemplari di questa specie si è ridotto dell’85% e inoltre ogni pesce, in media, è ormai più piccolo di quattro centimetri e mezzo.

Un declino preoccupante, quello dello scorfano nero, che la dice lunga sui rischi per la biodiversità delle acque siciliane: a lanciare l’allarme è lo studio pubblicato sulla rivista internazionale Fishes e condotto da parte dello scienziato Francesco Tiralongo, ricercatore del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania.

Allarme per lo scorfano nero in Sicilia

Nello studio, intitolato “Unraveling the Story of the Black Scorpionfish: Exploring Local Ecological Knowledge and the Exploitative History of a Marine Species”, lo scienziato tratta i temi dei rischi per la biodiversità con rigore scientifico, a partire da quello che sta succedendo allo scorfano nero.

Come riportato dal Corriere della Sera, lo scienziato Francesco Tiralongo definisce lo scordano nero “una preziosa e ricercata risorsa ittica del Mediterraneo” e spiega che “la sua presenza rappresenta non solo un elemento chiave per l’economia della pesca artigianale ma anche un elemento significativo dell’ecosistema marino”.

La ricerca pubblicata sulla rivista internazionale Fishes evidenzia il preoccupante declino della specie negli ultimi dieci anni, sia per quanto riguarda i rendimenti della pesca, sia per le dimensioni ridotte degli esemplari pescati.

Nel corso di dieci anni, dal 2001 al 2021, è emersa una riduzione dell’85% riguardo alla presenza dello scorfano nero nel Mar Mediterraneo centrale. I numeri sono preoccupanti anche dal punto di vista delle dimensioni degli esemplari: negli ultimi venti anni si è registrata una riduzione di circa 4,5 centimetri della taglia media dell’animale.

A rischio la biodiversità del Mar Mediterraneo

Le cause che hanno portato a questa situazione sono molteplici, su tutte le attività di pesca non gestite in maniera adeguata. In molte zone della Sicilia, regione dove tra l’altro sono a rischio d’estinzione i ricci di mare, a causa della pesca incontrollata, lo scorfano nero ha ceduto il passo allo scorfano di Madeira, specie con preferenze termofile che sarebbe riuscita a proliferare beneficiando delle acque più calde.

Il declino dello scorfano nero suona come un vero e proprio campanello d’allarme per la sostenibilità delle attività di pesca e per il fragile equilibrio degli ecosistemi marini: per Francesco Tiralongo servono “azioni immediate” al fine di “salvaguardare le specie” e “garantire la salute a lungo termine del Mar Mediterraneo”.

Quanto sta succedendo allo scorfano nero in Sicilia non va sottovalutato: la specie, come detto, rappresenta una preziosa e ricercata risorsa ittica di tutto il Mar Mediterraneo e la sua presenza non è solamente un elemento fondamentale per l’economia della pesca artigianale, ma è anche un indice significativo per capire lo stato di salute dell’ecosistema marino. Il tutto in un periodo storico particolare in cui tante specie aliene minacciano l’Italia, mettendo a repentaglio la biodiversità.

Nella ricerca pubblicata da Francesco Tiralongo, lo scienziato sottolinea che quello che succede allo scorfano nero è un problema che riguarda anche altre specie: “Purtroppo il declino delle popolazioni e la diminuzione della taglia media non riguarda solo questa ma diverse specie ittiche di interesse commerciale e no”.

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