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A Milano e Torino si studia come catturare l’acqua dalle nubi

Catturare acqua dalle nuvole, liberare l'atmosfera dallo smog, al politecnico si studiano soluzione per combattere inquinamento e siccità

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A Milano e Torino si guarda al cielo per catturare le nuvole. Non si tratta di una metafora, la poesia non c’entra. Il progetto, molto concreto, è pensato dagli esperti dell’Alta Scuola Politecnica per combattere la siccità e sfruttare così la notevole quantità di acqua contenuta nelle nuvole come magazzino d’emergenza nei momenti più critici. L’idea è quella di catturare acqua potabile attraverso delle reti in tessuto in modo da intrappolare gli ammassi nebbiosi.

Sfruttando gli sbalzi di temperatura e le goccioline di rugiada che si andrebbero a formare sulla struttura pensata dagli scienziati di Torino sarebbe possibile ricavare grandi quantitativi d’acqua, utili per irrigare i campi e sventare così le nefaste conseguenze delle sempre più frequenti siccità, problema che negli ultimi anni ha casato milioni di euro di danni per la perdita di interi raccolti.

Il progetto si chiama “Wali Water for life” ed è stato pensato dagli studenti e i docenti dell‘Alta Scuola Politecnica, il percorso biennale dei politecnici di Torino e Milano che seleziona 150 talentuosi studenti. Il prossimo step adesso prevede studi di fattibilità e valutazione dell’impatto sui paesaggi delle pianure italiane, in particolar modo quella Padana, in modo da analizzare quali possibili conseguenze potrebbe avere l’installazione di queste innovative strutture cattura acqua.

I responsabili del progetto hanno evidenziato che tale sistema potrebbe essere utilizzato anche per purificare l’aria falcidiata dallo smog. Sarebbe possibile filtrare l’inquinamento con inoltre l’installazione di sedute urbane integrate con reti ombreggianti e pareti verdi per depurare gli ambienti urbani, o addirittura pensare di utilizzare tale tecnologia per catturare la nebbia e ridare così visibilità e vivibilità a quei paesi della pianura Padana che spesso rimangono ostaggio della cappa di goccioline d’acqua e ghiaccio.

Per adesso l’innovativa idea è soltanto un progetto su carta, ma l’Alta Scuola è alla ricerca di finanziamenti per realizzare i primi prototipi. Qualcosa è già stato realizzato con la collaborazione del laboratorio interdipartimentale di ricerca sui materiali tessili e polimerici Textiles Hub del Politecnico di Milano. Se i finanziamenti dovessero arrivare, soprattutto dalla Comunità Europea, è già in programma di coinvolgere le aziende manifatturiere che si occupano della realizzazione di tensostrutture.

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