A Villa Torlonia a Roma riapre il bunker di Benito Mussolini
Villa Torlonia, residenza che è stata per anni la casa del Duce, ha riaperto il percorso alla scoperta del bunker voluto da Benito Mussolini
Villa Torlonia è stata per secoli di proprietà della famiglia Torlonia, ma poi negli anni Venti del Novecento Benito Mussolini ha deciso di renderla la sua residenza. Così il Duce si è trasferito qui con la moglie Rachele e i figli nel 1929. Con il trasferimento era diventato necessario assicurare la sicurezza di Mussolini quando lui si trovava a Villa Torlonia. Per questo motivo la villa conserva uno bunker antiaereo che è stato da poco ristrutturato e reso nuovamente accessibile al pubblico con un nuovo percorso.
Il bunker di Mussolini a Villa Torlonia
Lungo tutta la penisola italiana durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale sono stati costruiti diversi rifugi e bunker in cui potersi proteggere dagli attacchi aerei. Ad esempio, a Roma si trovano diversi rifugi antiatomici ma tra i più importanti ci sono quello di Villa Ada e quello di Villa Torlonia che dal 1929 era diventata residenza ufficiale di Benito Mussolini. Con il trasferimento del Duce in questa villa e l’entrata in guerra dell’Italia, infatti, si era reso necessario costruire un bunker in grado di garantire la sicurezza di Mussolini, della moglie e dei figli.
In un primo momento la cantina sotterranea costruita dai Torlonia nell’Ottocento era stata adibita a rifugio ed era stata equipaggiata con sistemi di filtraggio dell’aria e porte antigas. Questa soluzione, però, non era ritenuta del tutto sicura così nel 1941 in un locale seminterrato del Casino Nobile, l’edificio principale del complesso, era stato realizzato un altro rifugio con porte blindate antigas e un sistema di filtraggio dell’aria.
Anche questo secondo bunker, alla fine, era stato considerato poco adeguato. Così verso la fine del 1942, Benito Mussolini aveva incaricato il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di costruire un vero bunker antiaereo sotto il piazzale del Casino Nobile. Il bunker, scavato a una profondità di oltre sei metri, era protetto da mura in cemento armato spesse quasi 4 metri. Il Duce, però, non ha mai avuto l’opportunità di servirsi di questo speciale nascondiglio dato che è stato destituito prima del completamento dei lavori. Il rifugio, così, è stato poi usato dagli altri abitanti della villa e dalla popolazione del quartiere.
Il nuovo percorso all’interno del bunker di Mussolini
All’inizio di aprile 2024, dopo diversi interventi di manutenzione e restauro, il bunker di Villa Torlonia a Roma è stato riaperto al pubblico. Ora al suo interno è possibile seguire un nuovo percorso curato da Federica Pirani e Annapaola Agati che combina approfondimenti storici con una visita più esperienziale. I visitatori, infatti, possono conoscere meglio la storia di Villa Torlonia e leggere informazioni sulla vita, la famiglia e le attività di Mussolini dalla sua ascesa al potere alla destituzione.
Si può approfondire la questione della costruzione dei diversi bunker nella villa e le paure di Mussolini all’epoca. La visita poi continua con la riproduzione di un’esperienza davvero originale: una simulazione di un bombardamento aereo. Vengono così riprodotti forti effetti sonori di sirene, aerei in avvicinamento ed esplosioni e a questi si aggiungono le vibrazioni del terreno simulate da 10 trasduttori.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha dichiarato soddisfazione per la riapertura di questo nuovo percorso e le sue parole in merito sono state riprese dal ‘Corriere’: “Un osservatorio importante, un luogo per riflettere su una delle pagine più drammatiche della storia di Roma, quando la città fu colpita da 51 bombardamenti aerei tra il luglio del 1943 e il maggio 1944. E proprio a pochi passi da qui, come una sorta di contrappasso, sorgerà il nuovo museo della Shoah a memoria del più grande crimine che il regime fascista e nazista perpetrarono contro l’Italia e i romani.”