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Arte & Cultura

La tela di Napoleone alla Camera dei Deputati diventa un caso

Diventa un caso la tela di Napoleone Bonaparte alla Camera dei Deputati: il vicepresidente dell'Aula Fabio Rampelli ha chiesto la sua rimozione

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Una tela che ritrae Napoleone Bonaparte, appesa alle spalle dell’ufficio del vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli, è diventata un caso: il deputato ha ordinato di rimuovere il dipinto perché rappresenta uno stratega che ha conquistato l’Italia.

Il dipinto su tela è stato realizzato dall’artista neoclassico Andrea Appiani: pur essendo di proprietà della Pinacoteca di Brera, da anni viene conservato all’interno della Camera dei Deputati in “deposito temporaneo”.

Il caso del ritratto di Napoleone alla Camera

Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli non ha nulla contro il quadro, semplicemente non vuole che sia esposto in un luogo che simboleggia la sovranità nazionale: “Non mi disturba il fatto che il dipinto sia esposto a Montecitorio, l’arte non ha confini né appartenenze – le parole di Rampelli riportate da Repubblica – starebbe benissimo in una galleria insieme a tanti altri quadri. Ma mi infastidisce il fatto che sia qui, appeso nella mia anticamera nel piano più importante di un palazzo che rappresenta il tempio della sovranità nazionale. Ecco, Napoleone ha cercato di annetterla al suo impero. Viva l’arte, ma il suo ritratto non sta nel posto giusto”.

Secondo Rampelli, dunque, la figura di Napoleone Bonaparte poco si addice a un luogo come la Camera dei Deputati, per via della sua storia con l’Italia, oggetto di campagne di conquista: “Nel corso delle sue campagne di conquista Napoleone depredò l’Italia di immensi tesori, quadri, statue, arazzi – ha ricordato Rampelli – un patrimonio destinato ad arricchire le collezioni del Louvre la cui costruzione iniziò proprio in quel periodo. Ci fu addirittura un ambasciatore speciale, lo scultore Canova mandato dal Papa per recuperare il maltolto”.

Al posto della tela raffigurante Napoleone Bonaparte, il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli vorrebbe il quadro di qualche figura storica italiana, su tutti il genio di Leonardo da Vinci: “Ci metterei una bella opera leonardiana – ha spiegato Rampelli – a sottolineare il fatto che Leonardo da Vinci era ed è italiano”.

La storia dell’opera e dell’artista

Realizzato su tela con la tecnica della pittura a olio, il ritratto di Napoleone Bonaparte di proprietà della Pinacoteca di Brera, come detto porta la firma di Andrea Appiani: raffigura il generale cinto dalla corona dall’oro, con un abito di velluto verde ricamato con quadrifogli e foderato di seta.

L’abito in questione è stato indossato da Napoleone in occasione dell’incoronazione a Re d’Italia. La tela è una delle testimonianze più tarde tra i ritratti del generale: come si legge sul sito del Catalogo generale dei Beni Culturali, esistono numerose repliche e derivazioni di questi dipinti, a testimonianza della notevole fortuna del prototipo e del carattere di immagine ufficiale che esso dovette assumere al tempo.

L’autore dell’opera è Andrea Appiani, considerato uno degli alfieri del neoclassicismo in Italia e tra i maggiori esponenti del periodo compreso tra l’illuminismo e le vicende napoleoniche, in virtù della specificità espressiva del suo stile che univa la morbidezza del tratto leonardesco alla grazia del classicismo.

Nato a Milano dove nel 2023 è andata in scena una mostra agli Archivi di Stato durante la quale sono stati presentati gli studi realizzati su tre ciocche di capelli appartenute a Napoleone Bonaparte, Appiani nel corso della sua vita è stato nominato anche direttore della Pinacoteca di Brera.

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