Pizze "tarocche" in Italia: la scoperta dei Carabinieri
L'operazione dei Carabinieri denominata Margherita Terza ha portato alla scoperta di diverse irregolarità sulla pizza in alcuni esercizi italiani
Esplode un nuovo “caso” sulla pizza in Italia: i militari del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, nelle scorse settimane, hanno dato esecuzione all’Operazione ‘Margherita Terza’, portando avanti i controlli presso note pizzerie “a grande firma” e riscontrando diverse irregolarità.
Pizza gourmet: i dettagli dell’Operazione ‘Margherita Terza’
Come riferito da una nota riportata da ‘Ansa’, le ispezioni hanno interessato esercizi di ristorazione nelle regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Campania e hanno genericamente evidenziato irregolarità nella presentazione dei prodotti al consumatore, sulla rintracciabilità degli alimenti e l’indicazione degli allergeni.
Nello specifico, in diversi menu controllati, è stato riscontrato che, nonostante fosse dichiarato l’impiego di prodotti DOP e IGP nella preparazione delle varie tipologie di pizze, erano in realtà usati prodotti non iscritti al circuito tutelato.
Per questa ragione i Carabinieri dei RAC hanno denunciato per frode in commercio 5 titolari di note pizzerie gourmet.
Inoltre, per le accertate irregolarità sulla rintracciabilità degli alimenti, sono stati posti sotto sequestro 45 kg di prodotti agroalimentari vari e sono state elevate sanzioni per euro 9.500.
Nei mese di ottobre, in occasione dell’Operazione ‘Margherita‘, erano già stati denunciati 7 imprenditori.
Il commento di Coldiretti all’Operazione ‘Margherita Terza’
La Coldiretti ha diffuso una nota in merito alle nuove scoperte dei Carabinieri, intitolata “Frodi: con falsi Dop e Igp tarocche 2 pizze su 3“.
La denuncia di Coldiretti: “La scoperta di falsi prodotti Dop e Igp usati nella preparazione di pizze gourmet è la punta dell’iceberg di una situazione dove 2 pizze su 3 servite in Italia sono ottenute da un mix di ingredienti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori, dalla mozzarella lituana al concentrato pomodoro cinese, ma c’è anche l’olio tunisino e il grano ucraino“.
Secondo Coldiretti, ciò “rappresenta un danno di immagine grave per un settore che vede ogni giorno in Italia sfornare circa 8 milioni di pizze nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio dove si lavorano in termini di ingredienti durante tutto l’anno 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro”.
Il commento del presidente di Coldiretti Ettore Prandini: “Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie ancora larghe della legislazione con la riforma dei reati in materia agroalimentare”.