La storica palazzina Fiat al Lingotto di Torino è in vendita
La palazzina Fiat al Lingotto, ultima presenza dell'azienda multinazionale nel centro di Torino, è in vendita: Stellantis lancia il bando per l'alienazione
L’edificio che ospitava gli uffici di Gianni Agnelli e di Sergio Marchionne, la storica palazzina Fiat di via Nizza a Torino, che fu quartier generale del gruppo dirigente dell’azienda già dal 1923, è in vendita.
Stellantis, la società multinazionale che nel 2021 ha assorbito la Fiat Chrysler Automobiles di Marchionne, ha contattato le più importanti società di intermediazione immobiliare affinché si propongano per gestire l’alienazione dell’immobile.
La palazzina Fiat, infatti, oltre che proprietà di una società quotata in borsa, è anche tutelata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali, in quanto facente parte del complesso architettonico del Lingotto. La procedura si configura perciò piuttosto complessa, oltre che votata alla più totale trasparenza, come richiesto alle società quotate.
La Palazzina Fiat: in vendita gli uffici di Agnelli e Marchionne
L’edificio, che si estende per oltre 20mila metri quadrati, è stato dismesso gradualmente a partire dal 2019 con il trasloco dell’ufficio del nuovo AD di FCA, John Elkann, in via Giacosa – presso la sede della Fondazione Agnelli.
Nel 2020 sono stati spostati l’ufficio stampa, i servizi finanziari e le relazioni industriali, divisioni che si trovano oggi a Mirafiori, nello storico stabilimento della periferia torinese.
Non esistono praticamente più uffici al Lingotto. Il restyling dell’intero complesso, voluto dalla famiglia Agnelli-Elkann, prevede che l’enorme edificio – un tempo cuore dell’industria italiana – diventi un grande parco commerciale, con giardini per oltre 27 mila metri quadrati e percorsi pedonali.
La Pinacoteca Agnelli, al quarto piano, secondo il progetto dell’architetto Benedetto Camerana ospiterà inoltre un museo dedicato all’utilitaria più cara agli italiani, “Casa 500”.
La vendita della palazzina Fiat è soltanto l’ultima tappa di un progressivo abbandono del centro città, da parte della storica azienda torinese che era fulcro dell’economia e del carattere della città sabauda.
La fabbrica fu dismessa nel 1982: allora fu Renzo Piano ad essere incaricato di rinnovare gli spazi del Lingotto, che ad oggi è un centro commerciale con ristoranti, cinema ed uffici, oltre che la Pinacoteca dedicata allo storico patron di casa Fiat.
Il Lingotto: storia della Fiat e di una città
Con l’alienazione della Palazzina al Lingotto, cade l’ultimo avamposto della Fiat nel centro di Torino. L’azienda, che ha sede legale in Olanda, converge oggi verso gli stabilimenti di Mirafiori e Grugliasco, ben lontano dal centro città che ne ospitò i fasti.
Ultimato nel 1926, l’edificio che ospitava direzione e amministrazione della Fiat, è vincolato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali in quanto parte del complesso del Lingotto, di interesse storico.
Progettato dall’ingegnere Giacomo Matté Trucco, il Lingotto è tra le prime fabbriche italiane votate alla razionalizzazione dei processi produttivi, ed è anche il primo stabilimento costruito in cemento armato in Italia. La fabbrica concentra tutte le fasi produttive in un’unica immensa struttura che si regge su importanti pilastri di sei metri e si avviluppa lungo le rampe elicoidali che ne sono simbolo.
I suoi 150.000 metri quadri si sviluppano tra la ferrovia e quella via Nizza che vide, nella palazzina oggi in vendita, nascere e crescere il miracolo targato Gianni Agnelli – che sempre più si va allontanando dal cuore di Torino e dei torinesi.
Inaugurato nel 1923, alla presenza dei Vittorio Emanuele III, il Lingotto è già operativo nel 1921 ed è da subito simbolo di modernità, tanto da venir definito da Le Corbusier come “uno degli spettacoli più impressionanti che l’industria abbia mai offerto”.
Bombardato più volte nel corso della seconda guerra mondiale, il Lingotto viene scelto nel 1968 come set per il film The Italian Job, del regista Peter Collinson: Torino e il Lingotto erano allora l’avanguardia della tecnica, della modernità e della razionalizzazione dei processi agli occhi di tutta Europa.
La Fiat, l’industria che ha contribuito a disegnare i contorni ed il carattere della città di Torino lascia così ogni residuo legame con il centro cittadino. A guidare la transizione, il player immobiliare che meglio risponderà all’appello di Stellantis.