In Italia torna l'ora legale: quando e gli effetti sulla salute
Nell’ultimo fine settimana di marzo torna l’ora legale: ecco quando spostare le lancette e quali sono gli effetti del cambio di orario sulla salute
L’ora legale torna a rimpiazzare l’ora solare: nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 le lancette faranno un balzo avanti di un’ora, facendoci rinunciare a un’ora di sonno. Per molti, spiegano gli esperti, la transizione primaverile all’ora legale rischia di tradursi in una brusca esperienza fatta di disturbi del sonno, stanchezza e malumore.
Il passaggio dall’ora solare all’ora legale, infatti, può avere delle conseguenze sulla salute, dovute in particolare all’estensione della luce diurna nelle ore serali.
Torna l’ora legale: gli effetti sulla salute
L’ora legale tornerà in vigore nella notte tra sabato e domenica dell’ultimo fine settimana di marzo come avviene ogni anno dal 1981, portando con sé i suoi effetti non soltanto sulla durata della luce diurna, ma anche su qualità del sonno, umore e – come dimostrano alcuni recenti studi – su patologie cardiovascolari e incidenti.
In particolare la transizione primaverile – che in Italia scatta formalmente alle 2.00 dell’ultima domenica di marzo – ruba un’ora alle prime luci del mattino per regalarla alla sera, e questo può avere delle importanti conseguenze sulla salute. Il passaggio all’ora legale, come spiega il professor Davide Quaranta dell’UOC Neurologia del Policlinico Gemelli intervistato da Rtl 102.5, “disallinea in qualche modo il tempo biologico rispetto al tempo convenzionale, cioè quello stabilito dagli orologi”.
Il problema del passaggio all’ora legale, spiega il professor Quaranta, è che il nostro corpo non sempre riesce a seguire con la giusta velocità questo “brusco passaggio”, che ci impone tra l’altro ore di luce e di buio “che dobbiamo coordinare con l’attività lavorativa, ricreativa e sociale”.
Gli ultimi studi su ora legale e salute
“Questo disallineamento può provocare una serie ripercussioni: le più ovvie sono sul sonno”, spiega il professore del Policlinico Gemelli, ma esistono evidenze di effetti anche sull’umore e sulle patologie cardiovascolari. Sembra addirittura che nei giorni successivi al cambio di orario ci siano un maggior numero di incidenti stradali e sul lavoro, come sostiene uno studio pubblicato nel 2009 sul Journal of Applied Psychology dal professor Christopher Barnes dell’Università di Washington.
Gli studi sull’impatto dell’ora legale sulla salute non mancano, ed è anche in forza di questi dati che si è fatta strada l’ipotesi della sua abolizione in Europa: nel 2008 una ricerca condotta in Australia ha scoperto – studiando i dati dal 1971 al 2001 – che il tasso di suicidi tra gli uomini australiani aumenta nei giorni successivi al cambio dell’ora, mentre uno studio del 2012 dell’Università dell’Alabama ha riscontrato un aumento del 10% degli infarti nei due giorni successivi al passaggio all’ora legale.
Un altro studio finandese, presentato nel 2016 al congresso dell’American Academy of Neurology, evidenzia un aumento del tasso di ictus e stroke nelle 48 ore successive al cambio di orario.
Ora legale: “una sorta di jet lag artificiale”
I problemi più importanti e diffusi tra la popolazione si riferiscono comunque alla deprivazione del sonno e ai suoi effetti. Il disallineamento tra orologio biologico e orologio convenzionale crea “una sorta di jet lag artificiale”, spiega il professor Quaranta, che amplifica un problema con cui già conviviamo per esigenze che poco hanno a che fare con la salute, e cioè il “ritardo di fase”.
“Nella società occidentale si tende a posticipare l’ora del sonno notturno”, che è ormai molto lontana dall’ora del tramonto, e la brusca estensione della luce diurna può aumentare quest’effetto, con conseguente perdita di sonno.
“Dall’altra parte un po’ meno di luce al mattino spinge di meno al risveglio”, creando una sorta di circolo vizioso: la luce del mattino infatti è fondamentale per attivare l’organismo e dettare i ritmi naturali del corpo, e quell’ora di luce mancante può influire pesantemente sull’umore, in quanto “l’esposizione alla luce nella prima parte del giorno è più efficace che nella seconda parte”.