Trovata nuova specie marina nelle acque del porto di Gioia Tauro
Nelle acque del porto di Gioia Tauro, in Calabria, è stata trovata una nuova specie marina: si tratta di Mesanthura romulea, un piccolo crostaceo
Nelle acque del porto di Gioia Tauro è stata individuata la presenza di una nuova specie marina, grazie alle indagini al microscopio eseguite dal tecnico di monitoraggio degli ambienti acquatici Costanza Lauria.
Cos’è la nuova specie marina trovata a Gioia Tauro
La nuova specie marina emersa nel mare di Gioia Tauro è stata individuata durante le attività della strategia marina attuate da parte di Arpacal, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, attraverso il Centro Regionale.
Il nome della specie scoperta, si legge su una nota riportata da ‘Ansa’, è Mesanthura romulea: si tratta di un piccolo crostaceo di provenienza australiana, caratterizzato da un corpo che appare molto simile a quello di un gambero stretto.
Mesanthura romulea è un crostaceo lungo circa un millimetro, costituito da cinque segmenti con chiazze dorsali estese che vanno dal marrone al marrone scuro, oltre a una macchia a forma di farfalla sul sesto segmento.
Nei mari italiani la presenza della specie Mesanthura romulea era già stata riportata nel 2009 nei porti di Taranto e Salerno, due anni più tardi nell’Isola di Ischia e poi nel 2017 in Liguria. Per la Calabria, invece, si tratta della prima volta.
Il primo ritrovamento di Mesanthura romulea nel porto di Gioia Tauro, dove nel 2022 era stata individuata un’alga cinese, è una conseguenza del trasporto di navi mercantili: la segnalazione della nuova specie non indigena (Nis) rientra all’interno di una specifica attività della strategia marina, finalizzata all’osservazione della presenza di specie non indigene per salvaguardare l’equilibrio della biodiversità marina.
Arpa Calabria ha focalizzato le attività di monitoraggio delle Nis sul porto di Gioia Tauro, considerato uno dei più importanti d’Italia sul fronte del flusso delle merci. Per rilevare le nuove specie non indigene, il Centro Regionale di Strategia marina del’Arpacal indaga le comunità bentoniche, fitoplanctoniche e zooplanctoniche.
Il sistema di osservazione delle specie marine aliene serve per le attività di osservazione e monitoraggio e anche per poter valutare la presenza e l’impatto di queste specie nel mar Mediterraneo.
La situazione delle specie aliene in Italia
Segnalare la presenza di Mesanthura rientra negli obblighi a condividere dati e informazioni utili per gli esperti, per gli addetti ai lavori e per tutte quelle figure che si occupano della tematica a supporto delle attività istituzionali: il tutto serve a preservare la biodiversità dei mari dalle possibili invasioni biologiche di organismi bentonici che potrebbero richiedere azioni mirate per il contenimento.
Nel mar Mediterraneo si stima la presenza di almeno 837 specie aliene che rappresentano il 5% della biodiversità totale e il 20% per i pesci: in totale una ricchezza specifica di dieci volte superiore alla media.
Quello delle specie non indigene è un problema che riguarda molto da vicino tutto il Mediterraneo e in modo particolare il nostro Paese: da diversi anni, ormai, c’è stata una vera e propria invasione di specie aliene in Italia, con numeri in costante salita.
Secondo i dati forniti dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in Italia sono presenti 3.501 specie aliene e tra queste, ben 1.935 sono ormai da considerarsi come stabilizzate. Le specie invasive sono 489, il 14% del totale.