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Arte & Cultura

Trovato a Napoli un manoscritto inedito di Leopardi: il mistero

Trovato a Napoli un manoscritto inedito di Leopardi: scritto in età giovanile, cela un mistero. Gli studiosi hanno svelato i "segreti" nascosti

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Una grande scoperta per il mondo della letteratura: è stato trovato un manoscritto inedito di Leopardi in età giovanile. Il quadernetto formato da quattro mezzi fogli è la testimonianza della scrittura dell’autore all’età di 16 anni. I fogli, ripiegati in modo sapiente per ottenere otto diverse facciate contengono una lista lunga di autori antichi e tardo antichi disposti in ordine alfabetico.

Ritrovato uno scritto inedito di Leopardi

Il prezioso ritrovamento per il mondo della letteratura ha già destato notevole interesse. Il testo inedito scritto da Leopardi all’età di 16 anni è stato ritrovato nel fondo Leopardiano conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli.

In una nota riportata da Ansa si legge: “L’inedito conferma l’importanza della raccolta leopardiana napoletana che si presenta sempre più completa, mettendo a disposizione degli studiosi un panorama integrale dell’opera di Giacomo Leopardi. Siamo di fronte ad uno scritto di Leopardi appena sedicenne, assiduo frequentatore della biblioteca paterna, che realizza un accurato e capillare spoglio dell’Opera omnia di Giuliano imperatore, ricorrendo all’autorevole edizione di Ezechiel Spanheim, apparsa a Lipsia nel 1696.”

L’autografo sembrerebbe datato 1814 e apparterrebbe quindi allo scrittore sedicenne. Passato inosservato per molti anni, il manoscritto giovanile è stato notato da Marcello Andria e Paola Zito, due studiosi che dall’86 si occupano del fondo leopardiano nella Biblioteca Nazionale di Napoli.

Marcello Andria, docente di Storia della Bibliografia e Metodologia Bibliografica all’Università di Salerno ha rilasciato una dichiarazione a La Repubblica in cui dice: “Io e la mia collega Paola Zito dell’università Vanvitelli abbiamo vissuto un’emozione fortissima, il manoscritto ci ha mostrato il lavoro quotidiano del giovane Giacomo, quell’officina leopardiana che praticava con una grande impegno e forte predilezione per gli autori classici”.

Cosa contiene il manoscritto

Il quadernetto inedito di Leopardi è composto da quattro fogli piegati a metà con lo scopo di ottenere così otto facciate; gli scritti riportano una lista alfabetica di autori di età antica e tardoantica accompagnati da una serie di numeri di riferimento. Gli studiosi che hanno trovato il manoscritto si sono messi subito a studiarlo anche per comprendere a cosa si riferissero quei numeri.

Secondo gli esperti si riferisce all’Opera Omnia di Giuliano Imperatore, volume custodito nella biblioteca di Recanati. Il ritrovamento risale al periodo in cui l’autore studiava la cultura classica. Il manoscritto è particolarmente importante non solo perché inedito ma anche perché fornisce importanti dettagli sul metodo di studio accurato dell’autore.

Il fondo leopardiano a Napoli

Perché gli autografi di Leopardi sono a Napoli e non a Recanati? Alla morte dell’autore nel 1837 i suoi autografi sono rimasti nelle mani del poeta napoletano e amico dell’autore Antonio Ranieri che se ne è preso cura per oltre cinquant’anni e li ha poi lasciati in testamento alla Biblioteca nazionale di Napoli.

Il prezioso archivio leopardiano però è stato protagonista di una controversia giudiziaria: nonostante le volontà dell’autore e il testamento è stato prima espropriato dallo Stato nel 1897, poi è stato affidato alla Biblioteca Casanatense di Roma presieduta da Carducci e solo nel maggio del 1907 è stato ufficialmente consegnato alla Biblioteca nazionale napoletana.

All’interno dell’edificio sono conservati i manoscritti dei più grandi capolavori di Leopardi come L’Infinito o lo Zibaldone e ora vanta anche uno scritto inedito giovanile; contrariamente a quanto si pensasse quindi, gli scritti giovanili non sono rimasti del tutto a Recanati.

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