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Arte & Cultura

Mostra di Banksy: di chi è il murale fuori dal Mudec?

Sulle pareti del Mudec è apparso un murale di denuncia contro la mostra dedicata a Banksy. A realizzarlo, è stata Cristina Donati Mayer.

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Chi ha visitato al Mudec di Milano la mostra dedicata a Banksy avrà senz’altro notato una curiosa opera di denuncia apparsa all’esterno del museo.

Sulle pareti del museo milansese, dallo scorso 10 gennaio, è presente un murale battezzato “il ratto di Banksy“. L’opera ritrae i componenti della celebre banda bassotti della Disney: i tre indossano delle  tute in cui, al posto del numero della cella della prigione , c’è la scritta  del Mudec. Uno dei personaggi tiene inoltre in mano un’opera di Banksy. A firmare questo atto di denuncia, è stata Cristina Donati Meyer, artista molto attiva nel contesto milanese che ha rivendicato la paternità del murale sui suoi profili Facebook: “Questo intervento artistico è un tributo all’artista inglese, protagonista dell’arte pubblica impegnata nel mondo e uno sfottò al Mudec (museo delle culture) che ha allestito la mostra grazie soprattutto all’appropriazione privata delle opere pubbliche e bene comune realizzate dall’artista invisibile”.

Classe 1985, Cristina ha frequentato prima l’Istituto d’Arte Rudolf Steiner e poi l’Accademia di Belle Arti di Milano. Attivista di diverse associazioni umanitarie e ambientaliste, l’artista affronta con le sue opere le questioni più scottanti e le angosce della donna e dell’uomo contemporanei. Molto attiva sul territorio milanese, ha contribuito a realizzare alcune tra le opere di street art più ammirate in città, come “Clandestini”, sul Naviglio Grande per contestare le politiche migratorie, e la serie dei “Selfini”, ovvero alcuni murales che ritraggono Salvini in versione bebé.

Il messaggio che la Donati Meyer ha voluto lanciare con il suo murale è condiviso da molti intellettuali ed artisti. La retrospettiva  “A Visual Protest. The Art of Banksy, come tutte le esposizioni dedicate allo street artist senza nome,  non è stata infatti autorizzata da Banksy.  L’artista inglese continua a difendere il proprio anonimato non firmando mai i progetti espositivi che raccolgono i suoi lavori.

A sollevare ancor più polemiche, è stata tuttavia la presenza di un merchandising per promuovere la mostra, che include anche oggetti ricollegati al nome di Banksy. Una decisione che ha spinto Pest Control, – la società che Banksy ha istituito per autenticare le sue opere contro i frequenti falsi  – a citare gli organizzatori di “A Visual Protest. The art of Banksy”. L’accusa è quella di “violazione del marchio” per la vendita non autorizzata di oggetti ricollegati al nome dell’ artista, coma ha rilevato anche il Tribunale di Milano dando ragione a Pest Control.

Insomma, non sembra davvero esserci pace per l’esposizione che il Mudec ha dedicato a Bansky: possiamo attenderci altri colpi di scena fino al 14 aprile, giorno in cui chiuderà la mostra?

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