Milano: al posto delle barriere antiterrorismo arrivano i "vasi"
A Milano verranno installati 200 Milomat tra il 2019 e il 2020: si tratta delle nuove barriere antiterrorismo presso gli ingressi delle aree pedonali
Milano cambia faccia, almeno per quanto riguarda i dissuasori che sono presenti nel capoluogo lombardo (ma non solo) per prevenire attacchi terroristici.
Al momento vengono utilizzate barriere new jersey che, dal 2016, vengono sistemate nei pressi degli ingressi delle aree pedonali. Ma a partire da quest’anno, e fino al 2020, il Comune di Milano li sostituirà con i Milomat, dissuasori mobili che sono stati realizzati appositamente per la città meneghina.
Simili a dei vasi, saranno 200 quelli che nel corso dei due anni verranno sistemati per tutta Milano.
Ad annunciarlo è stato l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran in un post sulla sua pagina Facebook, in cui ha voluto festeggiare il Design Award for Best City, che la prestigiosa rivista britannica Wallpaper magazine ha riconosciuto alla città di Milano, con l’annuncio di queste modifiche (anche estetiche) alla città: “Milomat è il nuovo pilomat delle aree pedonali di Milano – ha scritto – che progressivamente sostituirà i new jersey. Ci abbiamo lavorato a lungo, da quando si è verificato il problema degli attentati in altre città europee, ed è stato interamente progettato dal Comune di Milano”.
Si tratta di cilindri, simili a dei vasi, che andranno a modificare l’aspetto degli ingressi alle aree pedonali, al momento bloccati da barriere new jersey.
“Sono antisfondamento – continua l’assessore della Giunta Sala – e realizzati con materiali che provengono interamente dal territorio lombardo”. Un dettaglio interessante: sulla sommità del cilindro vi è riprodotta la mappa stilizzata della città.
Solamente una parte dei duecento che verranno installanti, in previsione, nel corso del 2019 e del 2020 saranno “pilomat”, ovvero in grado di abbassarsi per il passaggio di mezzi di soccorso o di quelli delle forze dell’ordine. Tutti gli altri saranno fissi.
Due le curiosità che ha voluto svelare l’assessore in merito a queste nuove barriere e al fatto che sono al cento per cento milanesi. Una riguarda il cognome del tecnico che le ha progettate: “Un oggetto così milanese che l’architetto si chiama pure Brambilla”, l’altra sulla scelta del nome: “Frutto della creatività di un collega di Giunta, Gabriele Rabaiotti, noi lo abbiamo approvato e ci pare un modo simpatico per riconoscere le radici milanesi dell’oggetto dall’idea fino ai materiali”