Vietato giocare in piazza a Melendugno: Banfi difende i bambini
Il comico e attore 86enne difende i bambini che hanno protestato a Melendugno, in provincia di Lecce, per il divieto di giocare a palla in piazza
“Vietato giocare a pallone”: scoppia il caso a Melendugno, piccolo Comune in provincia di Lecce, in Salento, dove bambini e ragazzi hanno deciso di protestare pacificamente contro il divieto di giocare a palla istituito nella piazza della frazione di Roca Vecchia. E nella querelle nata dalla disputa si è inserito anche Lino Banfi, che si è rivolto al sindaco di Melendugno, Maurizio Cisternino chiedendo che venga dato ai bambini uno spazio adeguato in cui giocare e divertirsi.
In un’intervista al Corriere della Sera il “nonno d’Italia” si è offerto addirittura di andare ad allenare i piccoli calciatori, ricordando all’amministrazione che “i più piccoli devono poter essere liberi di giocare per strada, in sicurezza. Loro e delle altre persone”.
“Io da sempre sostengo e promuovo l’importanza del gioco, dell’allegria. Della spensieratezza. Se però impediamo ai più piccoli di giocare come vogliono, come possiamo pensare che crescano felici?”, ha concluso l’attore e comico 86enne, che nel corso della sua carriera ha interpretato proprio un allenatore, Oronzo Canà, nei film “L’allenatore nel pallone”.
Niente pallone in piazza, la protesta dei bambini di Roca Vecchia
Il riferimento è appunto alla polemica nata in piazza a Roca Vecchia, dove è comparso di recente un cartello in cui il Comune del Salento vieta il gioco della palla. I bambini per tutta risposta hanno organizzato una sorta di “sit-in” di protesta, puntando il dito contro quegli adulti che spesso chiedono loro di lasciare da parte smartphone e tablet per andare a giocare e a divertirsi all’aria aperta e che alla fine glielo vietano a livello istituzionale.
Hanno realizzato uno striscione che recita “Criticate tanto la nostra generazione ma ci avete tolto il pallone”, e poi si sono fatti fotografare sulle panchine della piazza, distesi a pancia in giù e intenti a fissare gli schermi degli smartphone. Poi l’appello: “Il sindaco ci dia un posto dove giocare, siamo ragazzi e abbiamo bisogno e il diritto di divertirci giocando”.
La proposta del sindaco di Melendugno
La protesta ha dato i suoi frutti, perché pochi giorni fa proprio il sindaco di Melendugno ha chiesto ai ragazzi di Roca un incontro, promettendo nuovi spazi sicuri in cui consentire loro di giocare: “Si è ascoltato e discusso in maniera costruttiva, tutti insieme, sulla bellezza senza tempo del gioco di strada rapportandola però ai pericoli e ai rischi derivanti anche dall’urbanizzazione riflettendo quindi sull’attuale pericolosità del traffico veicolare e sul ruolo che hanno le piazze a differenza dei campi da calcio – ha fatto sapere il Comune – L’impegno promesso dal sindaco e dall’amministrazione è quello di trovare un luogo idoneo per lo svolgersi di queste e molte altre attività, in totale sicurezza per chi gioca e allo stesso tempo per chi è nei dintorni”.
“Ce la metteremo tutta, con tanto impegno, a trovare la giusta alternativa alla piazza”, ha concluso il Comune in una nota diffusa su Facebook, piazza (virtuale questa volta) in cui ha deciso di dire la propria dopo il clamore suscitato dal divieto. Istituito anche in altre città, a onor del vero, come accaduto a Fossano, dove l’imposizione riguardava non solo la piazza ma l’intera città.
L’ipotesi sul tavolo è di riservare ai bambini piazza Mar Rosso, un piazzale in cui dovrebbe essere istituita una zona a traffico limitato e dove i bambini possano prendere a calci il pallone senza rischiare di colpire qualcuno, danneggiare qualcosa o essere colpiti da auto di passaggio.