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Territorio

La Maddalena a rischio: numero chiuso e nuove regole in arrivo

Il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena è in pericolo a causa delle numerose imbarcazioni a motore che frequentano questa bellissima zona

L’alto numero di barche che hanno affollato il Parco de La Maddalena durante la stagione ha spinto gli esperti ha lanciare l’allarme e a richiedere che venga contingentato l’accesso al Parco.

Affollamento di barche al parco de La Maddalena

Un video pubblicato prima su Twitter e poi su Instagram mostra il Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena, uno dei più grandi patrimoni naturali italiani, sommerso da un vero e proprio “tappeto” di barche. Il Parco, situato in provincia di Sassari, ospita alcune delle spiagge più belle del Mediterraneo come la Spiaggia Rosa e la spiaggia del Cavaliere nell’isola di Budelli, la Spiaggia del Relitto e Cala Coticcio a Caprera, Cala Corsara e Cala Granara a Spargi.

Il video mostra il Parco occupato da moltissime barche a motore, gommoni e super yacht lunghi decine di metri. Una situazione davvero preoccupante per il fragile ecosistema del Parco. Gli abitanti della zona avevano già organizzato nel 2015 per una raccolta firme e avevano inviato una lettera al Presidente Mattarella e all’ex Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere un intervento.

Nuove regole dal 2022

La situazione sembra cambierà dal 2022 quando verranno regolamentati i flussi. Attualmente per svolgere alcune attività all’interno del Parco è necessario pagare un ticket che dà diritto a navigare, ormeggiare, ancorare e sostare entro i 300 metri dalla costa.

Per il 2022, però, si prevede di delimitare l’area con delle boe intelligenti, fissando dei turni di sosta per la balneazione. Le imbarcazioni superiori a 40 metri, inoltre, potranno ancorare fuori dall’area interessata, su una profondità di 45-50 metri.

Il presidente del Parco nazionale di La Maddalena, Fabrizio Fonnesu ha, infatti,  anticipato a ‘Ilfattoquotidiano.it’ alcune delle regole: “Prevediamo di bandire gli ancoraggi in tale sito e delimitare l’area con un centinaio di boe intelligenti, stabilendo turni di sosta per la balneazione della durata di quattro o cinque ore ciascuno”. E riguardo ai numeri: “Probabilmente si parlerà per Porto Madonna di 120 boe che garantiranno, grazie alla turnazione, una rotazione di circa 400 imbarcazioni al giorno

L’allarme dell’esperto

Il Parco è da sempre caratterizzato dalla presenza di praterie di Posidonia oceanica, una specie vegetale molto importante per gli ecosistemi marini e per questo protetta da accordi internazionali. Le spiagge di Porto Madonna, infatti, dipendono dai depositi biogenici che provengono soprattutto dalle piante di Posidonia.

Matteo Vacchi, geomorfologo costiero di fama internazionale e ricercatore all’ateneo di Pisa, ha dichiarato a ‘Ilfattoquotidiano.it’: “L’area è in grandissima sofferenza, è oggetto di forti erosioni, le piccole spiagge di Porto Madonna non sono alimentate da fiumi e sono molto dipendenti dai depositi biogenici che derivano soprattutto dal buon stato delle praterie di Posidonia. Le spiagge si sono conservate nei millenni perché al riparo dal moto ondoso, quindi, l’idrodinamismo anomalo creato dal forte flusso di natanti è un problema per il loro mantenimento”.

Con il divieto di ancoraggio e l’aggiunta di boe intelligente nel 2022 si spera di poter garantire più protezione a questa straordinaria pianta. L’allarme riguarda anche gli animali dalle tartarughe caretta, spesso trovate ferite, ai cetacei e a un possibile ritorno della foca monaca.

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