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Sì della Liguria alla caccia con arco e frecce: è polemica

Sta causando molte discussioni un emendamento approvato dalla regione Liguria che consente l'uso di arco e frecce per cacciare la selvaggina

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Sta causando diverse polemiche un emendamento approvato dal consiglio della regione Liguria in questi giorni che consentirebbe la caccia alla selvaggina anche con arco e frecce. A non essere d’accordo con il provvedimento sarebbero molti ambientalisti ma anche diversi cittadini che hanno mandato una mail di protesta dove sostengono questa decisione sia una “vera e propria barbaria”.

L’emendamento che approva la caccia con arco e frecce

È stato il partito della Lega a richiedere l’approvazione presso il consiglio regionale della Liguria di un emendamento per consentire la caccia alla selvaggina con l’uso di arco e frecce. Gli animali destinatari di questa nuova tipologia di caccia sarebbero diversi tra i quali spiccano il cinghiale, il cervo e il muflone. Il provvedimento è stato approvato in tarda notte ma questo non ha permesso che passasse in sordina. In seguito alla sua approvazione moltissime persone si sono lamentate e hanno scritto una lettera di protesta. Ad essere più precisi è stato realizzato un mailbombing, ovvero l’invio di grandi volumi di e-mail tutte con lo stesso testo verso uno o più indirizzi di posta elettronica. Gli indirizzi presi di mira in questo caso sono quelli dei consiglieri regionali che hanno approvato l’emendamento e quello del Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

Animalisti e non solo sostengono che l’uso di arco e frecce per l’attività di caccia sarebbe un ritorno alla preistoria e causerebbe solo maggiore dolore agli animali. In molti, infatti, pensano che un animale colpito da una freccia tirata con poca precisione possa non morire ma rimanere agonizzante per giorni. Le dichiarazioni dei contrari all’emendamento sono state riprese da molti giornali e testate, tra cui TgCom 24 che ha riportato parti della lettera inviata ai consiglieri regionali: “Non siamo più nella preistoria e almeno qualche base etica comune dovrebbe sussistere, non si dovrebbe infliggere a nessuno sofferenza non necessaria. La delibera approvata non rispetta questa base, i cacciatori con l’arco non sono tutti campioni olimpici (e del resto anche i tiratori olimpici non fanno sempre centro perfetto, altrimenti non esisterebbero le competizioni) ed è fin troppo facile ipotizzare situazioni con animali trafitti da una freccia che vagano e agonizzano anche per giorni. Del resto, ormai con l’avvento di Internet non è difficile trovare documentazione fotografica sul punto.”

La petizione nata per abolire l’emendamento

Oltre al mailbombing i contrari all’emendamento hanno realizzato sulla nota piattaforma change.org una petizione online contro quella che alcuni definiscono “scellerata proposta”. In poco tempo la petizione ha già raccolto più di 3000 firme. In particolare, si legge nella pagina della petizione che OSA avrebbe dichiarato questa decisione come: “Barbarie medievale per gli animali e un supplizio indegno di un paese civile”. Si continua poi affermando che l’uso di arco e frecce da parte dei cacciatori non solo rischia di sottoporre gli animali a delle atroci sofferenze ma anche di mettere in pericolo la vita delle persone che passeggiano nei boschi. I contrari alla cosa sperano che intervenendo subito si possa fermare questa “gratuita mattanza” decisa dalla regione.

Non solo petizioni ed e-mail da parte di animalisti e attivisti ma anche l’opposizione regionale ha espresso la sua contrarietà. Nello specifico il consigliere del M5s, Paolo Ugolini, proprio nelle ore successive l’approvazione della delibera aveva fermamente protestato contro l’uso dell’arco definito “esercizio di pura crudeltà”. Le sue parole di disappunto sono state riprese sempre da TgCom 24: “Come rilevato dall’associazione Gaia-Animali e Ambiente, l’uso dell’arco, seppur previsto come possibilità dalla norma nazionale, è un esercizio di pura crudeltà. È una barbarie di cui i consiglieri regionali che hanno votato l’emendamento saranno responsabili”.

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