Leonardo, la scoperta rivoluzionaria: dna umano sui suoi disegni
Un nuovo studio rivoluzionario ha scoperto tracce di dna umano sulle opere di Leonardo da Vinci: la scoperta apre a nuove importanti prospettive
Nuova scoperta rivoluzionaria sulle opere di Leonardo da Vinci: uno studio scientifico recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘Frontiers in Microbiology’ apre alla possibilità, in futuro, di distinguere il Dna umano di coloro che, nel corso di questi secoli, hanno maneggiato le opere dell’artista.
Del celebre Autoritratto (in foto), per esempio, sulla scia di questa nuova scoperta, si potrebbe isolare il Dna di Carlo Alberto (che ha posseduto l’opera), di un dirigente della Biblioteca Reale di Torino (dove il dipinto è custodito) o addirittura dello stesso Leonardo da Vinci (autore dell’opera datata 1515).
Le ricerche hanno interessato, oltre all’Autoritratto, altri cinque disegni di Leonardo da Vinci. Oltre alle tracce di Dna umano, sulle opere sono stati rinvenuti batteri, funghi e deiezioni di insetti (in particolare mosche). Questa ultima scoperta dimostrerebbe che, in questi secoli, i disegni sono rimasti esposti all’aria, dando la possibilità alle mosche di posarvisi sopra e lasciare i loro escrementi.
Ma non è tutto: del materiale biologico rinvenuto sulla superficie dell’Autoritratto di Leonardo da Vinci non è risultato possibile estrarre il Dna di un fungo particolare, osservato con metodi di microscopia. Flavia Pinzari, ricercatrice dell’Istituto per i Sistemi Biologici del Cnr di Roma, che ha condotto le ricerche, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate da ‘La Stampa’: “Sembra quasi sia stato cancellato. Ciò potrebbe essere spiegato col fatto che, alcuni decenni fa, possa essere stato verosimilmente trattato con un gas disinfettante, l’ossido di etilene, che distrugge il codice genetico”.
I disegni hanno un “nemico” chiamato Eurotiumhalophilicum: “È un fungo che, anche da morto, nel tempo crea una reazione, chiamata reazione di Maillard, che è la responsabile delle macchioline brune già visibili sull’Autoritratto”.
Leonardo da Vinci: le altre scoperte recenti
Lo scorso ottobre, un gruppo di studiosi ha scoperto che il celebre dipinto della Battaglia di Anghiari, che si è sempre ritenuto fosse stato realizzato da Leonardo da Vinci a Palazzo Vecchio (e che sarebbe stato successivamente occultato da un affresco di Vasari sulla Battaglia di Scannagallo), in realtà, non sarebbe mai esistito.
Nel mese di settembre 2020, invece, si era scoperto che, per dipingere la Gioconda, Leonardo da Vinci aveva utilizzato la tecnica dello “spolvero”.
Ancora un mese prima, ad agosto, era stato risolto il mistero del cuore che stregò Leonardo da Vinci: uno studio ha infatti rivelato la vera funzione delle trabecole del cuore, disegnate per la prima volta proprio dal celebre artista.