Le reliquie dei santi più suggestive d'Italia
Tessuti, corpi incorrotti, ossa: ecco una rassegna di alcune delle reliquie dei santi più curiose, visitate e incredibili da vedere
Le reliquie dei santi sono, talvolta, così stupefacenti da lasciare gli studiosi e i fedeli senza risposte. Altre, invece, pur impressionanti e “strane” hanno trovato conferma della loro autenticità proprio grazie agli strumenti di indagine archeologica più avanzati e ad attente osservazioni storiche.
Il dente di Sant’Apollonia
Se vi trovate a Roma, città ricchissima di reliquie religiose, una fra le tappe più interessanti e meno conosciute è la Chiesa di Sant’Apollonia (in località Trastevere) che, nel 1300, era la sede delle terziarie dell’Ordine Francescano.
In questo luogo è conservato un dente appartenuto a Sant’Apollonia, martire cristiana del III secolo. La reliquia è davvero impressionante poiché montata sullo stesso terribile strumento di tortura (delle tenaglie) utilizzato per il martirio della santa. La reliquia è da vedere, soprattutto, per invocare la protezione contro il mal di denti.
San Gennaro, il sangue miracoloso
L’importanza delle reliquie per i cristiani è dondamentale: non solo rappresentano una testimonianza tangibile della santità di alcuni personaggi straordinari ma, a esse, spesso, si associano anche degli eventi soprannaturali. Questo è il caso del sangue di San Gennaro, martire cristiano e vescovo di Napoli, vissuto nel VI secolo.
Nel Duomo della città partenopea sono conservate 2 ampolle contenenti il sangue del Santo, raccolte subito dopo il martirio. Gli studi sul contenuto delle ampolle hanno confermato la presenza di emoglobina umana.
Se vi trovate nella città partenopea in 3 giorni particolari dell’anno – l’ultimo sabato di aprile, il 19 settembre e il 16 dicembre – potrete assistere al fenomeno della sua liquefazione: il sangue millenario, normalmente in forma solida, si scioglie di fronte agli occhi di migliaia di fedeli.
L’inspiegabile fenomeno dei corpi incorrotti
Una delle reliquie più sconvolgenti è quella dei corpi incorrotti, mummie perfettamente conservate sulle quali il tempo non ha prodotto alcun effetto. Nella splendida Bologna si trova il corpo di Santa Caterina, custodito in un’urna all’interno del Santuario del Corpus Domini.
Se visitate la cappella del monastero vi troverete di fronte a uno spettacolo che difficilmente riuscirete a dimenticare. Il corpo incorrotto della Santa (morta nel 1463) è in posizione seduta, senza alcuna maschera e visibile a tutti.
Nel corso dei secoli, i più scettici avevano cercato di spiegare il fenomeno sostenendo che la conservazione dei resti fossero da attribuire ad abili interventi da parte dell’uomo. Recenti ricerche, invece, hanno dimostrato scientificamente che la salma di Santa Caterina non è mai stata toccata dall’uomo.
Le reliquie della Vergine Maria
Resta ancora un mistero per gli scienziati di tutto il mondo la Santa Casa di Loreto, probabilmente la reliquia più grande giunta fino a noi. Non si tratta, infatti, di un comune luogo di pellegrinaggio ma di un vero e proprio stabile, estirpato dalla sua terra natia e condotto in Italia.
La casa altro non è che la dimora della Vergine al tempo dell’annunciazione. La tradizione vuole che, nel 1296, la Santa Casa sia stata portata in volo dagli angeli a Loreto per sottrarla alla devastazione del dominio turco.
Numerosi studi hanno confermato che le dimensioni dell’abitazione coincidono esattamente con quelle delle antiche fondamenta rinvenute a Nazareth (dove si trovava inizialmente la casa). Anche i materiali e le tecniche di costruzione impiegati per edificarla sono gli stessi utilizzati in Palestina ai tempi di Gesù e mai adoperati in Italia.
La Sacra Sindone
Probabilmente, la reliquia più importante e inestimabile, finora rinvenuta, è la Sacra Sindone: il tessuto di lino in cui sembra che sia stato avvolto il corpo di Cristo prima di essere deposto nel sepolcro. Nonostante le molte e sofisticate prove scientifiche (tra cui, l’infallibile esame del Carbonio 14) non lascino spazio a dubbi sulla sua autenticità, tutt’ora la Sindone è ancora oggetto di dibattito.
Conservata nel Duomo di Torino, sul Santo Tessuto sono impresse molte tracce della Passione di Nostro Signore, come il segno della flagellazione, della coronazione di spine, dei chiodi inflitti nelle mani e nei piedi e delle monete sugli occhi risalenti al primo trentennio del I secolo.
L’ostensione della Sindone avviene solo sporadicamente: quest’anno sarà possibile vederla fino al 4 luglio 2016.