La storia curiosa della Fontana della Vergogna
Tra le tante bellezze di cui la città di Palermo è ricca, la fontana della Vergogna è la più spettacolare.
Palermo racchiude nei suoi vicoli monumenti indimenticabili, come la fontana della Vergogna, il cui vero nome è Fontana Pretoria, situata nell’omonima piazza. Il motivo del nome affibbiatogli è facile da intuire solo guardando il monumento: tutte le statue che arricchiscono il monumento sono completamente nude. In realtà, la fontana venne realizzata nel 1554 per essere collocata nel giardino di don Luigi di Toledo a Firenze. I debiti del committente, però, erano talmente ingenti che si vide costretto a vendere la bellissima scultura al Senato di Palermo. Per far posto alla monumentale fontana furono demoliti diversi palazzi della Piazza palermitana. L’opera originaria comprendeva, infatti, 48 statue rappresentanti figure mitologiche e putti, di cui non tutte giunsero in Sicilia, alcune furono perdute o danneggiate nel viaggio. L’opera è composta da tre grandi vasche concentriche sulla cui sommità si erge la statua di Bacco. Tra le statue si riconoscono le figure di Venere, Adone, Ercole, Apollo, Diana e Pomona oltre alle rappresentazioni allegoriche dei fiumi Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce.
Si narra, però, che durante i secoli XVIII e XIX, le statue nude fossero identificate con i personaggi di spicco della politica, irrimediabilmente corrotti. Secondo altri ancora, la voluttuosa donna distesa accanto a un cavallo non era altro che una rappresentazione della Regina Giovanna D’Angiò, famosa per la sua bramosia amorosa. Qualsiasi di queste sia la verità, mai nome fu più appropriato per la Fontana della Vergogna.