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Gli italiani si vergognano a richiedere la doggy bag

La doggy bag è un problema per gli italiani: una ricerca rivela che in molti si vergognano di chiedere di portarsi a casa gli avanzi dal ristorante

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In Italia fatica a decollare la pratica della doggy bag, letteralmente “borsa per il cane” che serve per combattere lo spreco alimentare e consiste nel richiedere di portare a casa gli avanzi del cibo non terminato in un ristorante.

Secondo quanto emerge da un’indagine condotta da Fipe Confcommercio e Comieco, la maggior parte degli italiani si vergogna a chiedere la doggy bag al ristorante, per quella che rappresenta una sorta di forma di imbarazzo psicologico.

Gli italiani e il problema della doggy bag

In base alla ricerca presentata in una conferenza stampa dal titolo “Spreco alimentare: al ristorante la Doggy Bag si chiama rimpiattino”, solo il 15% degli italiani porta a casa il cibo non consumato al ristorante, soprattutto per la già citata forma di imbarazzo psicologico.

Tendenzialmente, però, gli italiani non sono contrari alla pratica della doggy bag: il 74% degli intervistati si è detto favorevole alla possibilità di portare a casa il cibo che per un motivo o un altro non è riuscito a consumare. E non finisce qui: per il 22% degli italiani, la possibilità di portarsi a casa gli avanzi rappresenta una variabile importante nella scelta del ristorante.

Nell’indagine condotta da parte di Fipe Confcommercio e Comieco emerge, inoltre, che la percentuale di chi chiede di portarsi a casa il vino aperto al ristorante è dell’11,8%. A prescindere dalle abitudini degli italiani, comunque, la quasi totalità dei ristoratori del nostro Paese, il 91,8% è attrezzata per consentire di portare via gli avanzi: numeri positivi alla luce della proposta avanzata per far diventare obbligatoria la doggy bag in Italia.

Come riferito dall’Ansa, la Federazione italiana Pubblici Esercizi e il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica, nell’analizzare la ricerca, sostengono che i dati evidenziano segnali di cambiamento “ancora troppo timidi in un’epoca in cui l’attenzione agli sprechi, soprattutto alimentari, è sempre più alta e il 36% della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa”.

Sono diverse le ragioni che frenano la richiesta della doggy bag al ristorante o in pizzeria: il 19,5% degli italiani, per esempio, non richiede gli avanzi per motivi legati alla scomodità; il 18,3%, invece, non chiede la doggy bag per indifferenza. In occasione della conferenza stampa dal titolo “Spreco alimentare: al ristorante la Doggy Bag si chiama rimpiattino”, Fipe e Comieco hanno rinnovato una collaborazione partita nel 2019 con l’obiettivo di promuovere il “rimpiattino”, la versione italiana della doggy bag.

La collaborazione ha permesso di distribuire ai ristoranti aderenti all’iniziativa, iconici contenitori di carta destinati proprio alla pratica che serve per portare a cibi e bevande non consumati sui tavoli di ristoranti e pizzerie. Dal 2019 a oggi sono stati 24.000 i “rimpiattini” distribuiti in 875 ristoranti di 22 diverse città d’Italia.

All’evento è stata inoltre presentata la nova funzionalità dell’app Sprecometro che misura lo spreco alimentare fuori dalle mura domestiche: l’app è il frutto di una collaborazione tra Fipe e l’Osservatorio Waste Watcher International, quest’ultimo nato per fornire alla comunità scientifica e all’opinione pubblica le conoscenze e gli strumenti per analizzare il comportamento del consumatore e gli impatti economici, ambientali e sociali generati dallo spreco alimentare
e dall’adozione di diverse diete e diversi stili di vita.

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