I migliori musei dedicati alla Guerra Bianca
Per ricordare i terribili momenti di questa guerra sono sorti, nelle valli che furono teatro del conflitto, diversi musei dedicati alla Guerra Bianca
Una guerra atipica la Guerra Bianca: questa guerra quasi esclusivamente combattuta sul fronte italiano durante la Prima Guerra Mondiale lungo l’arco alpino che coinvolse Italia e Austria-Ungheria, a tali altitudini che il gelo rappresentava il nemico più temibile, prima delle pallottole e granate avversarie.
Una guerra terribile e crudele dal punto di vista umano, uomini in lotta per riuscire a sopravvivere con temperature polari fino ad oltre 35 gradi sottozero, con valanghe che seppellivano interi reparti in marcia, in condizioni igieniche e sanitarie inimmaginabili. Sui monti oltre i 2500 metri è facile che la temperatura scenda sotto lo zero anche d’estate, sopratutto di notte. Gli inverni del 1916 e 1917 poi furono particolarmente rigidi e fra i più nevosi del secolo.
Da questo deriva l’appellativo di Guerra Bianca. Si è calcolato che fra i soldati, le morti dovute alle condizioni atmosferiche, furono addirittura il doppio rispetto ai decessi dovuti alle operazioni militari vere e proprie.
E’ per ricordare i terribili momenti di questa guerra che nelle valli teatro del conflitto, sono nati diversi musei.
Il museo più alto d’Europa: Marmolada
Il Museo Marmolada Grande Guerra 3000 è stato inaugurato il 9 giugno 1990 ed ha come obiettivo quello di mostrare ai visitatori l’ambiente della guerra combattuta proprio sui luoghi dove il Museo è nato, a 3000 m d’altitudine, tra roccia e ghiaccio risultando così il più alto d’Europa.
Un percorso interattivo, multimediale e multisensoriale, che si sviluppa in una serie di ambienti che coprono le principali tematiche della guerra in alta montagna: il ponte, gli armadi con le divise, il percorso nei tunnel, la città di ghiaccio e la trincea della morte.
Durante la Grande Guerra, per la prima volta i soldati combattevano tra le cime e i ghiacciai delle Alpi e dovettero costruire strade e sentieri per il rifornimento delle truppe in modo veloce e con il minor sforzo possibile. Nelle zone più impervie si costruirono le teleferiche che permettevano di portare munizioni, viveri, attrezzi e materiale da costruzione. Resti di queste strutture riemergono ancora oggi dai ghiacci della Marmolada.
In particolare la Città di Ghiaccio, con i suoi 12 km di tunnel intervallati da caverne adibite a dormitori, cucine, infermerie, sale radio, cappella, mense, scavati nel ventre del ghiacciaio della Marmolada valgono la visita.
Adamello, la guerra bianca. Passo Paradiso
Il Museo della Guerra Bianca in Adamello ha sede a Temù, in Valcamonica, (BS) e a Colico, vicino a Lecco.
Il museo nacque fra il 1972 e il 1974 grazie all’impegno di alcuni privati, ma cominciò ad aprire regolarmente solo dal 1984. Oggi ospita la ricostruzione di una baracca con materiali originali del conflitto, oggetti d’uso quotidiano, armi, cimeli storici e divise originali dei due schieramenti.
Fra i reperti più interessanti il museo vanta un cannone 75/27 Mod. 1911 e una teleferica ricostruita con pezzi originali.
Il museo gestisce anche il Forte Montecchio e il Forte di Fuentes, antiche fortificazioni site all’imboccatura della Valchiavenna, nel comune lecchese di Colico, che furono utilizzate nella Grande Guerra per controllare il confine svizzero.
Museo di Punta Linke ad oltre 3.500 metri
Sempre in Trentino-Alto Adige sorge il Museo di Punta Linke, si tratta di un particolarissimo percorso museale in alta quota, oltre 3500 metri di altitudine, dove sorgeva uno dei punti nevralgici del fronte dell’ Ortles-Cevedale.
Moltissimi reperti bellici sono stati conservati in perfette condizioni dai ghiacci perenni e sono visibili direttamente sul posto, in un itinerario, non ricostruito come in un comune museo, ma fedele alla realtà storica.
Viste le particolari condizioni in cui sorge, il museo è visitabile solo nei mesi di luglio e agosto nei giorni in cui le condizioni meteo lo permettono.
Monti della Val di Sole, la guerra bianca a Vermiglio
Il Museo della Guerra Bianca di Vermiglio (TN) è nato come collezione privata, allestita dal proprietario dell’Albergo Alpino dal 1967 all’interno del suo hotel. Oggi il museo si trova nel polo culturale del Comune di Vermiglio e raccoglie una ricchissima collezione di reperti del fronte Adamello-Presanella.
Nel comune di Vermiglio si trova anche il Forte Strino, fortificazione austriaca (l’attuale Provincia di Trento si trovava allora oltre il confine) posta a protezione del Passo del Tonale, che ospita un’altra mostra permanente dedicata alla Grande Guerra.Il forte è visitabile solo nel periodo estivo, ed è gestito da un’associazione di volontari.
Durante gli anni della guerra furono trasportati in alta quota, spesso a prezzo di grandi fatiche, immense quantità di armi e materiali vari. Finita la guerra il processo si invertì: gli abitanti delle valli cominciarono a salire in quota a recuperare quanto era stato abbandonato alla fine del conflitto per riutilizzarlo. Nacque così, in un momento di forte crisi economica, la figura del “recuperante“. In molti casi questa divenne una vera e propria professione, almeno finchè i materiali da portare a valle non cominciarono a scarseggiare. E’ grazie all’opera instancabile di questi valligiani che oggi conserviamo così tante testimonianze della Guerra Bianca, un vero patrimonio da salvare per ricordare eventi tanto terribili ed augurarci che non si ripetano mai più.
Come collegamento fra i vari forti fu realizzata la Galleria Paradiso, a cavallo dell’omonimo passo. Si tratta di una lunga galleria, una piccola città sotterranea scavata nel granito per offrire riparo ai soldati e collegare al coperto i vari distaccamenti.
Oggi la galleria occupa l’allestimento multimediale Suoni e voci della Guerra Bianca. Qui fotografie e documenti relativi alla guerra sono consultabili con un sottofondo fatto di esplosioni, urla e rumori ovattati di combattimenti, così come dovevano essere percepiti dai soldati ricoverati nella galleria in rari momenti di riposo, lontano dai morsi del freddo e dai rischi della vita di trincea.