Faraglioni di Capri proibiti, la decisione contro l'overtourism
Nel 2026 l’accesso ai Faraglioni di Capri sarà limitato da nuove misure per contrastare l’overtourism e salvaguardare l’equilibrio ambientale
Sarà l’ultima estate di libera navigazione intorno ai Faraglioni di Capri? Un provvedimento in fase di definizione prevede l’inserimento dell’area all’interno delle zone marine protette, con l’obiettivo di contenere l’impatto del turismo di massa e preservare l’equilibrio ambientale.
Qual è la nuova norma che limiterà l’accesso ai Faraglioni di Capri
L’annuncio è arrivato al termine di un tavolo tecnico tra il Comune di Capri e il Ministero dell’Ambiente, che ha gettato le basi per l’istituzione del futuro parco marino; la misura si inserisce in una strategia di contrasto all’overtourism, tema sempre più centrale nelle località ad alta densità turistica.
L’area dei Faraglioni potrebbe rientrare tra le riserve marine italiane con la modifica della legge 979 del 1982. L’emendamento permetterà di accedere a fondi dedicati, di garantire una sorveglianza costante e di introdurre regole precise per la tutela dell’habitat marino.
A partire dal 2026, il transito potrebbe essere limitato esclusivamente a nuotatori e piccole imbarcazioni a remi. I motoscafi e le barche a motore non potranno più avvicinarsi, ponendo fine alla tradizione dell’“inchino” ai Faraglioni, gesto spesso celebrato da turisti e coppie.
Come riportato su ‘Agi’, Lorenzo Coppola, presidente di Federalberghi Isola di Capri, ha evidenziato: “La sfida ardua nel costruire il parco marino protetto isola di Capri è quella di creare un giusto equilibrio fra la tutela ambientale che deve essere al primo posto in un’ottica di sviluppo turistico sostenibile e una importante imprenditoria che si è sviluppata nell’opera di valorizzare le bellezze che l’isola offre”.
Ha poi aggiunto: “Lo scopo dell’istituzione deve essere rivolto proprio a questo: la ricerca dell’equilibrio fra il sostenibile dal punto di vista ambientale che è un prerequisito per la nostra attività turistica e la sostenibilità economica”.
Perché i Faraglioni di Capri sono a rischio a causa dell’overtourism
Le celebri formazioni rocciose, che si elevano fino a cento metri d’altezza, sono da sempre un’icona dell’isola. Il Faraglione di Terra è collegato alla costa; il Faraglione di Mezzo, con il suo celebre arco naturale, è il più piccolo; il terzo, noto come Scopolo, è l’unico habitat al mondo della lucertola azzurra (Podarcis sicula coerulea), rettile la cui colorazione si mimetizza con l’ambiente marino.
Poco distante si trova anche il Monacone, così chiamato per la presenza in passato del bove marino. La posizione suggestiva e la visibilità garantita dai Giardini di Augusto hanno reso i Faraglioni una delle mete più fotografate del Mediterraneo. Proprio questo fascino ha però contribuito alla crescente pressione antropica sull’area.
Le acque attorno ai Faraglioni hanno visto un aumento significativo di natanti a motore, con propulsori da 300 a 700 cavalli; la velocità e il moto ondoso provocati da queste imbarcazioni sono stati ritenuti rischiosi per la fauna marina e per l’equilibrio della costa.
In alta stagione si assiste a un affollamento di barche e yacht ormeggiati a Marina Piccola, Cala Ventroso, nei pressi della Grotta Verde e all’ingresso della Grotta Azzurra. La pratica del passaggio sotto l’arco del Faraglione di Mezzo, divenuta tappa obbligata per turisti e tour operator, ha acuito la fragilità ambientale dell’area.
Il nuovo regolamento, atteso nel 2026, nascerebbe dunque da un’esigenza di contenimento dell’impatto umano su un contesto considerato altamente vulnerabile. Non sono però mancate osservazioni critiche e perplessità da parte di alcuni operatori, preoccupati per le possibili ricadute sull’attività economica locale.