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Arte & Cultura

La Domus Aurea riapre e svela le pitture delle grotte di Nerone

A Roma riapre la Domus Aurea con una suggestiva mostra che svela le pitture delle grotte di Nerone e che vede protagonista Raffaello Sanzio

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Con alcuni mesi di ritardo (avrebbe dovuto prendere il via il 6 aprile 2020 in occasione dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello, ma poi l’evento è stato rimandato a causa della pandemia), la Domus Aurea riapre a Roma il 23 giugno 2021 con una mostra interattiva dedicata a Raffaello Sanzio, intitolata “Raffaello e la Domus Aurea. L’Invenzione delle Grottesche“.

La nuova mostra alla Domus Aurea

La mostra, curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo assieme a Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa, narra l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta appunto nelle “grotte” della casa di Nerone, da quando i primi artisti del Quattrocento iniziarono a scendere nella Domus Aurea, fino alla riscoperta di Raffaello che canonizzò le grottesche rendendole una componente dominante del gusto cinquecentesco.

L’allestimento e l’interaction design sono stati progettati da Dotdotdot. Il visitatore è accolto nella maestosa Sala Ottagonale con una proiezione ruotante di immagini astrologiche ispirate al globo dell’Atlante Farnese ed è accompagnato da una colonna sonora composta ed eseguita in tempo reale, con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti  antichi e scale musicali dell’epoca.

Nella penombra, tra varie proiezioni multimediali, il visitatore può scoprire la bellezza delle grottesche, che si deve a vari artisti tra cui, soprattutto, Raffaello. L’artista urbinate, nel Cinquecento, realizzò uno studio sistematico delle decorazioni parietali antiche, riuscendo a riproporle organicamente come “decorazione globale” di ambienti appositamente progettati in chiave antiquaria.

Tra le “chicche” spiccano la ricostruzione della Stufetta del Cardinal Bibbiena all’interno del Palazzo Apostolico (non visibile al pubblico nei Musei Vaticani) creato nel 1516 su disegno di Raffaello Sanzio, lo splendido calco antico del Laocoonte, rinvenuto nel 1506 in uno spazio sotterraneo nella medesima area del palazzo neroniano, e la grande semisfera animata da creature mostruose che certifica l’influenza esercitata dalle grottesche su diversi artisti del Surrealismo, come per esempio Victor Brauner, Salvador Dalì, Max Ernst, Joan Miró e Yves Tanguy.

Domus Aurea: le dichiarazioni

A proposito della nuova mostra alla Domus Aurea, come riporta l”Ansa’, il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini ha detto: “Questa mostra, in vista del prossimo G20 della cultura al Colosseo, dimostra che l’Italia investe sul futuro. Abbiamo arricchito un luogo straordinario e unico che lascia tutti a bocca aperta anche grazie a un intervento contemporaneo di qualità che svolge una funzione e al tempo stesso si concilia con tutela e conservazione. Adesso dobbiamo rendere stupendo anche il fuori, sul degrado e sulla sicurezza del Colle Oppio di cui come Parco del Colosseo possiamo farci carico”.

Le parole di Alfonsina Russo, direttrice del Parco Archeologico del Colosseo: “Dopo oltre 1 anno di chiusura riapriamo la Domus Aurea. Grazie a fondi specifici del Ministero stiamo superando alcune criticità, come le infiltrazioni di acqua. Nel percorso si possono vedere elementi scultorei ed architettonici valorizzati dalla nuova illuminazione realizzata da Erco che ripropone gli espedienti usati dagli architetti neroniani per captare la luce anche nei punti più bui”.

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