Uomo Vitruviano di Da Vinci, trovata la soluzione al mistero
Un nuovo studio condotto da un ricercatore del Trinity College di Dublino avrebbe risolto uno dei misteri dell'Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci
L’Uomo Vitruviano è una delle opere più enigmatiche di Leonardo da Vinci: a distanza di secoli è capace di attirare l’attenzione di studiosi intenzionati a decifrare ogni suo mistero. E l’ultimo in ordine di tempo potrebbe essere stato svelato da Rory Mac Sweeney del Trinity College di Dublino.
Scoperto un mistero dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci
Rory Mac Sweeney ha trovato un dettaglio che fino a questo momento era rimasto nascosto nell’inguine dell’Uomo Vitruviano: un triangolo equilatero che potrebbe contribuire a spiegare ulteriormente una delle opere più criptiche di tutta la storia dell’arte.
Secondo lo studio pubblicato sul ‘Journal of Mathematics and the Arts’, per disegnare il corpo umano perfetto Leonardo da Vinci potrebbe essersi affidato a un rapporto matematico che formalmente sarebbe stato stabilito dalla scienza moderna solo nel XIX Secolo, quindi quasi 400 anni dopo l’opera del Genio.
Alla base dell’Uomo Vitruviano ci sono gli scritti dell’architetto romano Vitruvio, il quale sosteneva come il corpo umano perfetto dovesse essere racchiuso in un cerchio e in un quadrato. Partendo da questo presupposto, Leonardo da Vinci ha utilizzato il quadrato per contenere una posizione a croce, con le braccia tese e le gambe chiuse, mentre il cerchio è stato usato per racchiudere la postura con le braccia sollevate e le gambe divaricate.
Il rapporto tetraedrico
La teoria più diffusa è quella che sostiene come Leonardo avesse scelto le proporzioni dell’Uomo Vitruviano basandosi sulla cosiddetta sezione aurea, ma le misure non coinciderebbero del tutto. Secondo Rory Mac Sweeney del Trinity College di Dublino, proprio negli appunti di Leonardo ci sarebbe la soluzione al mistero geometrico.
Il Genio, infatti, scrisse: “Se apri le gambe…e sollevi le mani abbastanza da far sì che le dita estese tocchino la sommità della testa…lo spazio tra le gambe sarà un triangolo equilatero”. L’autore del nuovo studio, eseguendo i calcoli, ha scoperto che la distanza tra i piedi dell’uomo e l’altezza dell’ombelico davano un rapporto di circa 1,64 a 1,65, valore molto vicino al rapporto tetraedrico di 1,633.
La cifra di 1,633 del rapporto tetraedrico è stata ufficialmente stabilita nel 1917 e viene utilizzata per stabilire l’organizzazione spaziale ottimale: se quattro sfere sono collegate il più strettamente possibile a piramide, il rapporto tra base e altezza rispetto ai centri sarà di 1,633; in odontoiatria 1,633 è il rapporto del triangolo di Bonwill che determina il posizionamento ottimale perla funzionalità mandibolare.
L’ennesima dimostrazione del Genio
Stando al ricercatore del Trinity College, se il rapporto tetraedrico si ripete in tutto il corpo è perché “l’anatomia umana si è evoluta secondo principi geometrici che governano l’organizzazione spaziale ottimale in tutto l’Universo”.
Leonardo da Vinci, dunque, mentre disegnava l’Uomo Vitruviano potrebbe essere riuscito a identificare principi geometrici riconosciuti dalla scienza solo secoli dopo: sarebbe l’ennesima dimostrazione della sua genialità fuori dal comune.
Realizzato a penna e inchiostro su carta, probabilmente nel 1490, il disegno dell’Uomo Vitruviano è conservato ma non esposto nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. Come succede per la maggior parte delle opere in carta, per motivi conservativi non è inserito nel percorso abituale di visita del museo e solo in rarissime occasioni viene esposto al pubblico.