Il mistero delle cozze fossili sul monte Arera a Bergamo
Nelle profondità del monte Arera, in provincia di Bergamo, ci sono cozze fossili risalenti al Triassico: un mistero lungo 240 milioni di anni
Sotto il monte Arera ci sono resti di cozze pietrificate che risalirebbero a milioni di anni fa. Dopo ricerche durate decenni, nel corso dei quali sono stati raccolti dati geologici e topografici, nelle profondità della montagna delle Prealpi Orobie in provincia di Bergamo, sono stati scoperti e percorsi numerosi abissi: ambienti carsici sotterranei che nascondono un vero e proprio tesoro di antichità.
I percorsi risalgono all’Era del Triassico che corrisponde tra i 250 e i 200 milioni di anni fa, quando il monte era ancora sotto il mare. Il patrimonio sotterraneo dell’Arera, situato a cavallo tra la val Brembana e la val Seriana, è immenso, sia dal punto di vista degli ambienti minerari scavati dall’uomo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, sia per i suoi abissi naturali che sono tra i più intricati della Lombardia e arrivano oltre i 600 metri di profondità.
Le cozze fossili nelle profondità del monte Arera
Anni e anni di esplorazioni hanno permesso di individuare i percorsi che collegano i singoli abissi sotterranei. Tra le scoperte principali c’è quella della Lacca della Seggiovia: il suo ingresso venne identificato nel 1995 e da allora l’esplorazione si è evoluta negli anni successivi.
Le esplorazioni della Lacca della Seggiovia hanno portato a una scoperta molto curiosa. Dopo due ore di discesa dal suo ingresso, si arriva a un ambiente inclinato a fortissima pendenza, chiamato Pozzo delle Cozze: una delle pareti, infatti, era caratterizzata da singolari formazioni che avevano un aspetto molto simile a cozze pietrificate.
Il Pozzo delle Cozze della grotta Lacca della Seggiovia Pizzo Arera è stato esplorato e fotografato da Giorgio Pannuzzo del Gruppo speleologico bergamasco “Le Nottole”. Uno spettacolo straordinario e unico: in tutta Italia non esiste nulla di simile.
Gli esperti hanno formulato due ipotesi sulle cozze pietrificate. Una afferma che si potrebbe effettivamente trattare di fossili di antichi mitili. La seconda ipotesi, invece, identifica quell’inusuale fenomeno naturale come concrezioni che si sono formate in seguito a un processo di stillicidio simile a quello che porta alla creazione delle stalagmiti e nulla avrebbe a che fare con i residui fossili dei molluschi.
Recentemente, in Italia, è stata fatta un’altra grande scoperta archeologica risalente all’Era del Triassico: gli ittiosauri che vivevano in Val Padana circa 240 milioni di anni fa nel giacimento di Besano-Monte San Giorgio, sito patrimonio dell’ UNESCO.
Per le immagini si ringrazia Giorgio Pannuzzo del Gruppo speleologico bergamasco “Le Nottole”.