Cos'è la Dana che ha colpito Valencia e i rischi per l'Italia
La Spagna è stata colpita da un'intensa pioggia che ha causato morti e dispersi. Il fenomeno si chiama Dana: cos'è e quali i rischi per l'Italia
I cambiamenti climatici e l’aumento dei gas serra stanno favorendo eventi meteorologici sempre più estremi in molte aree del mondo. Forti piogge e inondazioni negli ultimi mesi hanno colpito non solo l’Italia ma anche diverse zone d’Europa. In questi giorni, in particolare, vive una situazione critica la Spagna dove l’area di Valencia è stata colpita da intensi temporali che hanno causato alluvioni con gravi danni e purtroppo anche vittime. L’evento meteorologico avverso che ha colpito la comunità valenciana è noto come Dana, ed è particolarmente comune nel Mediterraneo occidentale per cui in molti si sono chiesti quali possono essere i rischi per il nostro paese.
Cos’è il fenomeno “Dana” che ha colpito la Spagna
L’agenzia meteorologica statale spagnola ha indicato il fenomeno che ha colpito la Spagna come Dana, abbreviazione di “depresión aislada en niveles altos” (ovvero depressione isolata ai livelli alti) che è noto anche come “gota fría” (o goccia fredda). Per capire meglio di cosa si tratta il ‘Corriere della Sera’ ha intervistato Enrico Scoccimarro, climatologo presso il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici. Il dottor Scoccimarro ha spiegato al ‘Corriere’: “È una depressione isolata che si stacca dal normale flusso che viene dall’Atlantico e genera zone in quota con una temperatura particolarmente bassa; questo, associato ad alte temperature in superficie, può creare fenomeni convettivi molto intensi, ossia grandi quantità d’acqua che precipitano in poco tempo. È tipico della regione ovest del Mediterraneo e di questo periodo dell’anno.”
L’evento che ha colpito la Spagna, però, è stato definito “eccezionale” per l’intensità con cui è avvenuto tanto che per trovare una situazione paragonabile bisogna andare negli anni ’60. Sempre il climatologo Enrico Scoccimarro ha spiegato al ‘Corriere’: “Eventi di questo tipo, in queste zone e con queste intensità, non si registravano da svariati decenni, bisogna andare indietro fino agli anni ’60 per trovare valori simili.”
Secondo Scoccimarro, la causa principale dell’aumento dell’intensità di questi eventi risiede nell’aumento delle temperature globali e nell’innalzamento delle temperature nel Mar Mediterraneo che fornirebbe così una maggiore quantità di vapore acqueo, essenziale per l’intensificarsi di questi fenomeni. Sempre Enrico Scoccimarro spiega al ‘Corriere’: “Oltre al fattore scatenante, in questo caso la “goccia fredda”, sono necessarie altre condizioni favorevoli, come un quantitativo di vapor d’acqua sufficientemente alto, facilitato anche dalle alte temperature dei mari circostanti.”
I rischi per l’Italia
Gli esperti affermano che eventi come Dana sono tipici dell’area occidentale del Mediterraneo, ma l’Italia non è comunque esente dall’essere colpita da fenomeni simili. Il climatologo Scoccimarro sempre al ‘Corriere’ ha detto: “La struttura di Dana è tipica del Mediterraneo occidentale, ma anche in Italia abbiamo vissuto fenomeni intensi di precipitazione.” Nel nostro paese, infatti, un esempio recente è il ciclone Boris, responsabile della recente alluvione nell’emiliano, ma anche le precedenti inondazioni in Emilia-Romagna. Questo tipo di fenomeno, noto come ciclone stazionario, sebbene differente nella sua dinamica condividerebbe alcune somiglianze con la struttura della Dana.
Scoccimarro evidenzia come in entrambi i casi la base dei fenomeni sia la stessa: una disponibilità di acqua in atmosfera più elevata e temperature elevate che contribuiscono a generare fenomeni meteorologici violenti. Anche in Italia, come in Spagna, si stanno osservando sempre di più gli effetti del riscaldamento globale. L’intensificarsi degli eventi estremi rende chiara la necessità non solo di attivare piani di prevenzione ma anche di trovare soluzioni rapide al cambiamento climatico.