La classifica delle città più care d'Italia
Dai settori ristorazione e turismo ai servizi per le abitazioni, passando per la scuola e l'assistenza sanitaria: le città più care d'Italia
L’Unione Nazionale Consumatori, elaborando i dati sulla base dell’inflazione media rilevata dall’Istat, ha stilato le classifiche delle città più care d’Italia: una guida completa con i maggiori rincari nel nostro Paese.
Prodotti alimentari
La città che nel 2020 ha fatto registrare il rialzo più significativo sul fronte dei prodotti alimentari è Caltanissetta, con un’inflazione pari a +4,2%. Seguono Trieste, prima italiana nella classifica delle città più sicure del mondo, Grosseto e Trapani al secondo posto con un aumento del 3,1% e Perugia con un aumento del 2,9%.
Servizi ambulatoriali
Cosenza è la città italiana che ha visto aumentare di più la spesa per i servizi ambulatoriali che comprendono visite mediche specialistiche, servizi dentistici e paramedici come la fisioterapia: nel capoluogo della Calabria, i costi sono saliti del 5,1%. Al secondo posto troviamo Trapani con una spesa in aumento del 4,6%. Terza posizione per Vicenza, dove si spende il 2,8% in più rispetto al passato.
Settore della ristorazione
Quello della ristorazione è uno dei settori condizionati maggiormente dall’emergenza Covid-19: la pandemia ha influito su bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, prodotti di gastronomia e rosticceria. La città italiana con l’aumento più significativo nei servizi di ristorazione è Grosseto, dove la spesa è aumentata del 3,6%. Seconda posizione per Pordenone (+3.3%) e terza per Trapani (+3,1%).
Scuola e assistenza sociale
La scuola dell’infanzia e l’istruzione primaria costa di più a Forlì e Cesena, con un aumento del 6,3% rispetto al passato. Costi in crescita anche a Bolzano e a Catanzaro, rispettivamente del 6,3% e del 5,4%. A causa dell’emergenza sanitaria, i rialzi hanno riguardato anche l‘assistenza sociale che comprende le case di cura per gli anziani, i nidi d’infanzia e i servizi di assistenza a domicilio. Per quanto riguarda questo settore, la città con l’inflazione maggiore è stata Messina, dove i costi sono aumentati del 4,6%. Subito dopo ci sono Pescara (+4,5%) e Vicenza (+4,1%).
Forniture di servizi connessi all’abitazione
L’inflazione non risparmia nemmeno tutti i servizi connessi all’abitazione come la fornitura dell’acqua, la raccolta dei rifiuti e le spese condominiali. Dai dati raccolti dall’Istat, i rincari maggiori hanno riguardato i cittadini di Gorizia, con un aumento del 6%, di Palermo dove i servizi per la casa sono saliti del 5,6%, e di Napoli con una crescita del 5,1% dal 2019 al 2020.
Tariffe amministrative, legali e servizi funebri
Stangata nella categoria “altri servizi n.a.c.” che comprende le tariffe amministrative, i servizi legali e quelli funebri. In questo settore, a Palermo si spende il 18,6% in più rispetto all’anno precedente, a Livorno il 13,4% in più e a Genova l’11,4% in più.
Settore turistico
Discorso diverso per i servizi di alloggio: il settore turistico che comprende alberghi, pensioni, bed and breakfast e villaggi vacanze sta vivendo una deflazione generale a causa del Coronavirus. Non mancano comunque gli aumenti: a Cosenza i prezzi di listino degli alberghi sono aumentati del 4,2%, a Terni del 3,6% e a Napoli del 3,1%.