Cacciatori di litio a Campagnano: vicino Roma c'è un "tesoro"
A Campagnano, vicino Roma, ci sarebbero nel sottosuolo numerosi giacimenti di litio, un metallo prezioso utilizzato principalmente nelle batterie
Da alcuni chiamato “oro bianco”, il litio è un metallo prezioso utilizzato principalmente nelle leghe conduttrici di calore e nelle batterie che si trovano nelle auto, nei cellulari o integrate in impianti solari.
A quanto pare presso la cittadina di Campagnaro, nell’entroterra laziale, il litio si troverebbe in grandi quantità disciolto nell’acqua nel sottosuolo a migliaia di metri di profondità.
La mappa del litio secondo i geologi
Non tutti sanno che il litio sta diventando un materiale sempre più pregiato tanto da essere passato nel corso del 2022 da 14mila a 80mila euro a tonnellata. In ottica green, il litio ha dunque un ruolo molto importante. Attualmente, l’Australia è il principale produttore di questo metallo alcalino.
Nonostante sia usato in alcuni medicinali, il litio è un componente molto importante soprattutto per le batterie presenti in molti dispositivi elettronici ma anche nelle auto elettriche. Secondo degli studi eseguiti sembra che il 90% delle batterie al litio prodotte nei prossimi anni saranno utilizzate per le auto elettriche. È in particolare il litio geotermico, un elemento presente anche nella nostra penisola che vanta grandi potenzialità. Il nostro paese, infatti, celerebbe nel sottosuolo ingenti riserve di litio geotermico la cui estrazione potrebbe esser combinata con la produzione di energia geotermica.
Tutto questo è dimostrato anche dalla mappatura del litio eseguita dal geologo Andrea Dini, del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e dal suo gruppo di ricerca. Stando ai dati geologici, mineralogici e geochimici studiati dagli esperti sul territorio italiano ci sarebbero due aree principali ad alto potenziale: la fascia vulcanico-geotermica peritirrenica, Toscana-Lazio-Campania, e la fascia al fronte della catena appenninica (da Alessandria fino a Pescara). Le considerazioni del geologo Andrea Dini sono state riprese da Repubblica: “Il litio in queste zone di origine vulcanica è disciolto nell’acqua calda che si trova molto in profondità. L’estrazione consiste nel perforare il terreno e intercettare l’acqua. È un metodo pulito, ma è anche nuovo. In Australia il litio si estrae dalle rocce. In Sudamerica dai laghi salati. In entrambi i casi le miniere si vedono, eccome. Qui ci sono solo dei vecchi pozzi geotermici che in attesa delle nuove esplorazioni sono chiusi”.
Il litio a Campagnano
Campagnano è un comune situato a circa 33 chilometri a nord da Roma ad oggi al centro di numerose discussioni perché il suo sottosuolo sarebbe ricco di litio.
Questo metallo, infatti, si presenta come una materia importante per il processo di transizione energetica che deve portare l’Italia a raggiungere la carbon neutrality entro il 2050. Campagnano ma più in larga scala anche la Valle del Baccano, al confine tra Cesano e Campagnano, è quindi diventata oggetto di diverse richieste di estrazione da parte di numerose compagnie.
In questa zona, infatti, sono stati scoperti fluidi geotermici con concentrazioni di litio fino a 480 mg/l. Tra gli anni ’70 e ’80, infatti, Enel aveva realizzato nella zona una quindicina di pozzi esplorativi con l’obiettivo di realizzare qui impianti geotermici ma poi il progetto è stato abbandonato e i primi pozzi aperti sono stati abbandonati. All’epoca il litio non era considerato prezioso come ora.
Nel 2022, però, Enel ha firmato un’intesa con una società mineraria australiana, Vulcan Energy, che ha brevettato un metodo per l’estrazione del litio geotermico. Attualmente la società sta sfruttando questo procedimento in un’area molto ricca nella Valle del Reno in Germania. Enel vorrebbe, quindi, importare questo metodo anche in Italia proprio a Campagnano, ma al momento è ancora in atto un’analisi dei costi – benefici. In più, si sta studiando l’impatto ambientale che potrebbero causare queste estrazioni.