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Itinerari

Tour fotografico della bassa Valnerina: tra natura e avventura

Itinerario alla scoperta del Parco Fluviale del Nera, dei borghi della Valnerina e della Cascata delle Marmore, tra natura e archeologia industriale

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Il Parco Fluviale del Nera è un esperimento felice nel cuore d’Italia: un’area naturale protetta di oltre duemila ettari che segue il corso del Nera da Ferentillo alla Cascata delle Marmore, e che ospita gli splendidi borghi della Valnerina ternana.

Le due anime del nostro itinerario s’incontrano proprio al limitare del Parco, dove lo slancio industriale, che oggi è perlopiù pregio archeologico, lascia il passo alla bellezza di una natura incontaminata e maestosa.

In questa zona della Valnerina non esistono alberghi: si trovano però ottimi affittacamere, B&B, agriturismi e anche residenze d’epoca. Un’altra cosa da sapere è che lungo la strada non è facile trovare percorsi pedonali comodi, a meno che non si lasci la strada principale per avvicinarsi al fiume lungo la greenway del Nera – che è tutta un’altra storia.

Giorno 1

Una storia d’acque: le grandi centrali idroelettriche e la Cascata delle Marmore

La vita della stretta valle che segue il corso medio inferiore del Nera è caratterizzata sin dai tempi più remoti da un indissolubile legame con le acque: i tratti più caratteristici della bassa Valnerina raccontano di un’identità fatta di misticismo, scenari naturali inconsueti e un sogno industriale che ha lasciato segni molto tangibili.

Arrivando da Terni si incontrano presto la centrale idroelettrica di Cervara, che fu nel 1903 il primo impianto idroelettrico a sfruttare l’energia del Nera, e lo stabilimento elettrochimico di Papigno, appena qualche chilometro dopo.

Siamo appena oltre la Cascata delle Marmore, in un punto in cui è ancora forte la spinta del potente incontro tra le acque del Velino e quelle del Nera, nella foto: archeologia industriale e sport estremi s’incontrano qui in un connubio piuttosto peculiare. Siamo in uno dei centri rafting più noti della zona, a pochi passi da quelli che furono gli studios in cui si girò il Pinocchio di Benigni.

Ma la regina della giornata non può che essere la Cascata delle Marmore: i diversi sentieri che attraversano il parco della Cascata offrono scenari di rara intensità, già apprezzati da artisti e letterati nei classici Grand Tour dal XVIII secolo.

Nei dintorni della Cascata c’è soltanto l’imbarazzo della scelta, pensando al pranzo: dai Ribelli di Campagna allo storico Ristorante Rossi, lungo la Valnerina troverete solo gioie.

Si può proseguire poi per il nuovissimo Hydra, il Museo Multimediale della Cascata delle Marmore, che ripercorre la storia della Cascata e del suo rapporto con la città di Terni in realtà aumentata e virtuale. Si trova in località i Campacci, appena a pochi metri da un altro punto d’interesse: il parco archeologico industriale di Campacci di Marmore.

Giorno 2

La greenway del Nera, dalla Cascata a Ferentillo

Se lungo la statale Valnerina l’accordo dominante è il potente getto della Cascata, con il fervore industriale che ne accompagna la storia dal Novecento ad oggi, al di là del fiume la vita scorre a un ritmo diverso.

Percorrendo la greenway del Nera si attraversano le pianure coltivate della Valnerina: partendo in prossimità dell’area camper della Cascata delle Marmore, ci aspetta un cammino di circa 9 chilometri fino a Ferentillo.

La greenway del Nera è l’insieme di diversi tracciati: la via Francigena, quella di San Benedetto e la tratta dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia: lo sterrato si può percorrere in bicicletta ma anche a piedi o a cavallo. Quasi a metà strada incontriamo Casteldilago, splendido borgo medievale che ospita, insieme a scorci e panorami d’inaspettata bellezza, anche una delle osterie più rinomate del posto.

Tornando sulla greenway s’incontra lo sperone roccioso su cui sorge Arrone, tra i Borghi più Belli d’Italia, e gettando lo sguardo oltre s’intravede Montefranco, sempre in pieno sole sul colle Bufone.

Ferentillo, nella foto sotto una vista da Montefranco, si annuncia con le sue due rocche medievali, antiche rocche di guardia che proteggono il paese e la valle da secoli. Qui c’è una falesia piuttosto nota tra gli arrampicatori, ma se si preferisce una giornata più tranquilla si può optare per una visita al Museo delle Mummie, oppure di proseguire il cammino a piedi verso la Rocca del Precetto, per un’escursione trekking prima della fine della giornata.

Giorno 3

I misteri oltre la Valnerina: San Pietro in Valle, il borgo fantasma di Umbriano e Piediluco

Le Rocche di Ferentillo erano parte di un complesso sistema di torri d’avvistamento nato per proteggere l’Abbazia di San Pietro in Valle, edificata nell’VIII secolo nel luogo in cui la leggenda racconta vivessero due monaci ed eremiti siriani – Lazzaro e Giovanni.

Oggi è una residenza d’epoca, oltre che una delle abbazie più affascinanti che vi capiterà mai di vedere: si può raggiungere attraverso un bel percorso escursionistico che si può fare anche in bicicletta, e che percorre l’antica mulattiera a partire da Ferentillo. L’abbazia apparirà incastonata nel verde dei monti appena dopo aver superato la Forca, lungo la ridiscesa a valle.

Da Ferentillo si può raggiungere seguendo ancora la via di San Francesco anche il borgo fantasma di Umbriano, nella foto sotto, un suggestivo castello edificato sul Monte Sant’Angelo a difesa anch’esso di San Pietro in Valle. Umbriano si presenta come un piccolo paese abbandonato in cui la vegetazione va appropriandosi di quanto gli uomini hanno lasciato. Completamente disabitato dal dopoguerra, Umbriano è una destinazione poco conosciuta quanto suggestiva.

L’atmosfera mistica che si respira esplorando queste terre continua appena più in là del Parco Fluviale: scavalcata la Forca d’Arrone, s’adagia placido il lago di Piediluco, la cui storia è parte importante delle vicende che legano il territorio all’acqua, nello slancio industriale tanto quanto nella vitalità di miti e leggende che da sempre popolano questo lembo di terra nel sud dell’Umbria.

Sembra che ai tempi dei Sabini si ergesse sulle sponde del lago una foresta sacra dedicata alla dea della fertilità, e molte sono le leggende che gravitano intorno al lago di Piediluco. Di certo è una sosta irrinunciabile: il paese, tra i Borghi più Belli d’Italia, offre scenari che anche la diva Brigitte Bardot apprezzò, immortalata in una foto divenuta storica per gli abitanti del paese.

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