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Aurigo, il curioso caso del borgo che non perde abitanti

Il borgo ligure di Aurigo in provincia di Imperia, ha una particolarità che lo distingue dagli altri: mantiene stabile il numero dei suoi abitanti

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In provincia di Imperia, situato nella valle del Maro, nel tratto dove il torrente Impero riceve gli affluenti di Lacori, Coette, Succo e Banco, c’è un piccolo borgo che ha una caratteristica particolare: non perde i propri abitanti.

Stiamo parlando di Aurigo, comune ligure che, al contrario di quanto succede in altri borghi italiani, che hanno dato vita anche a iniziative come quelle di mettere in vendita le case al prezzo simbolico di 1 euro per favorire il ripopolamento, da decenni ormai non perde abitanti. La popolazione del borgo dell’entroterra Imperiese, infatti, conta 346 abitanti nella rilevazione del 2011: dieci anni prima, nel 2001, gli abitanti erano esattamente 346, gli stessi.

Aurigo: il borgo ligure che non perde abitanti

Questo dato rafforza ulteriormente l’assunto che Aurigo, al contrario di altri paesi, non si spopola. A contribuire al mancato spopolamento del borgo situato in una delle tante e incantevoli valli della Liguria, oltre al clima e al paesaggio, sono i servizi e le attività economiche e sociali che rendono vivibile Aurigo e disincentivano la fuga.

In paese si può trovare tutto l’occorrente: un negozio di alimentari, due negozi di pasta fresca e due panifici. Presenti anche una macelleria e ben tre frantoi per la produzione di olio d’oliva, oltre all’ufficio postale. Nel borgo ligure è attiva la produzione di diversi prodotti agroalimentari, molti dei quali destinati a mercati esterni. Non può mancare un campo da calcio e l’amministrazione comunale ha in programma un piano di potenziamento delle strutture sportive.

La storia di Aurigo

Le prime notizie documentate di Aurigo risalgono al XIII secolo, quando venne scelto dai conti di Ventimiglia per la costruzione di un castello. Esistono due diverse ipotesi riguardanti l’origine del nome Aurigo. Una corrente di pensiero fa risalire il toponimo al termine latino “Apricus” che significa “esposto al sole” e deriva dalla posizione aperta e soleggiata del borgo. Una seconda ipotesi collega il nome a “Aurigis“, una persona di origine germanica.

Nel 1921 il comune in provincia di Imperia, in cima alla classifica delle città dove si vive meglio in base al clima, venne inglobato con Borgomaro ma dal 1954 è tornato autonomo. Il borgo offre diverse architetture religiose da visitare, come la Chiesa Parrocchiale della Natività di Maria Vergine, la Chiesa di San Bernardo nella frazione di Poggialto e l’Oratorio di San Giovanni Battista che custodisce pregevoli stucchi tardo seicenteschi di Gio Paolo Marvaldi. A livello architettonico è di notevole interesse Palazzo De Gubernatis Ventimilgia, costruito a partire dal XVII secolo.

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