Allarme vetro in Italia: cosa sta succedendo e i rischi
In Italia è scattato un nuovo allarme legato al vetro: cosa sta succedendo e quali sono i rischi che corre il nostro Paese nei prossimi mesi
L’Italia si prepara a fare i conti con un nuovo problema nell’autunno 2022: la carenza di vetro. A lanciare l’allarme è stata la Federvini. In autunno mancheranno tra le 150 e le 200 mila tonnellate di bottiglie di vetro e, tra i mesi di dicembre e gennaio, ci si potrebbe ritrovare a non avere bottiglie sufficienti per coprire gli ordini di vino, che soprattutto per l’export sono già molto avanti.
L’allarme vetro di Federvini
Vittorio Cino, direttore generale di Federvini, ha spiegato in alcune dichiarazioni riportate dal ‘Corriere della Sera’, proprio a proposito dell’allarme sulla carenza di vetro: “Il prosecco, per esempio, in questo momento ha quasi più ordini che vino: sul fronte della produzione non ci sono problemi, ma non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda il packaging. Ci sono oltre 700 milioni di bottiglie già vendute, ma se manca il vetro c’è il rischio che non siano consegnate tutte”.
Cino ha poi aggiunto: “Il problema della mancanza di bottiglie di vetro sta colpendo i produttori di vino in modo trasversale, ma i più piccoli, che hanno contratti meno blindati con i fornitori di bottiglie e minor possibilità di fare stock, sono quelli che soffrono di più”.
Sono diverse le cause all’origine di questa problematica: dal caro energia ai ritardi delle catena delle forniture, passando per i rincari delle materie prime e la crisi della logistica. Le difficoltà legate alla carenza di vetro hanno effetti più gravi sul settore del vino italiano rispetto a quello francese o spagnolo. Il motivo lo ha spiegato il direttore di Federvini: “Ciò è dovuto alla diversa struttura delle filiere. La Francia ha più forni e una maggior produzione nazionale. Francesi e spagnoli, inoltre, dipendono meno dall’Ucraina e hanno altre fonti di approvvigionamento. I prezzi del vetro, quindi, da loro sono meno alti rispetto all’Italia”.
I dati di Assovetro e Vinitaly
Assovetro ha spiegato che dei circa 5 milioni di tonnellate di bottiglie di vetro prodotti ogni anno, 200 mila erano prodotti in Ucraina. Il presidente Marco Ravasi ha dichiarato: “Una bottiglia su cinque veniva importata, non solo dall’Ucraina o dalla Russia ma anche da Paesi come Portogallo e Turchia. Le difficoltà legate alla guerra si sono sommate ai problemi legati ai costi del trasporto e alla logistica, che hanno prodotto ritardi nelle forniture e strozzature nella supply chain. Per paura dell’aumento dei costi delle materie prime, inoltre, molti grandi produttori hanno cominciato a fare stock di bottiglie. Chi si è mosso tardi o non aveva una catena acquisti che gli consentisse di fare lo stesso si è trovato in difficoltà”.
Secondo quanto è emerso da un’indagine condotta dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly il surplus dei soli costi energetici e quello conseguente delle materie prime secche valgono un aumento dell’83% rispetto ai budget previsti all’inizio del 2022 per la produzione del vino. Complessivamente, l’aumento dei costi totali di quest’anno è pari al 28%. L’incremento dei listini stimati dall’Osservatorio nei primi 9 mesi di quest’anno è del 6,6%, un dato ritenuto insufficiente per coprire una variazione al rialzo dei prezzi che le imprese hanno richiesto nell’ordine dell’11%. Il gap è di 600 milioni di euro di costi che non sono coperti da ricavi.