Allarme "lagheggiate" sul Garda: cosa sono e rischi
Le forti piogge e i venti di questi giorni hanno fatto aumentare i livelli di acqua del Garda e il rischio di "lagheggiate": ecco di cosa si tratta
Sembra proprio di vedere un mare in tempesta, sebbene quella che ribolle lungo le rive è solamente acqua lacustre: si tratta della “lagheggiata”, un fenomeno solitamente tipico della fine dell’inverno e dell’inizio della primavera, dovuto all’aumento dei livelli idrici e all’arrivo di forti venti che spazzano improvvisamente la superficie del lago. Il Garda, in questo inizio d’anno, sta vivendo un momento molto particolare. Le violente piogge degli ultimi giorni hanno fatto innalzare i livelli dell’acqua e il rischio di dover affrontare una lagheggiata è davvero serio. Scopriamo qualcosa in più.
Che cos’è una lagheggiata
Il fenomeno della lagheggiata riguarda le rive dei laghi colpite da forti venti, proprio come sta accadendo ora al Garda. Se il livello d’acqua di un bacino è particolarmente alto, l’arrivo di una perturbazione intensa può provocare un forte moto ondoso. L’acqua inizia a spumeggiare e si solleva in vere e proprie onde, abbattendosi lungo le rive lacustri: ed è un vero problema, perché – a differenza del mare, dove un tratto solitamente abbastanza ampio è caratterizzato da spiaggia – il lungolago nei centri abitati è un luogo di ritrovo spesso affollato di negozi e bar.
Può dunque succedere, nei casi in cui i livelli idrici sono superiori alla media e i venti particolarmente forti, che la lagheggiata sia così violenta da danneggiare strade ed edifici nelle vicinanze delle rive, senza contare ovviamente il rischio per chi si trova a passare da quelle parti. Per questo motivo è meglio fare molta attenzione in presenza di perturbazioni intense, come quelle che hanno caratterizzato il lago di Garda in questi giorni. Sulle sue sponde, scatta l’allarme lagheggiata a causa delle sue particolari condizioni.
L’allarme sul lago di Garda
Gli esperti sono in effetti preoccupati per i livelli di acqua del lago di Garda. Esattamente un anno fa, la siccità stava colpendo duramente la regione: era possibile persino arrivare a piedi all’isola dei Conigli, a causa dell’istmo di terra ricomparso dal fondale lacustre. Il 2024 è iniziato in modo decisamente diverso, con forti piogge che hanno fatto aumentare il livello idrico del lago. Domenica 7 gennaio, sono stati registrati ben 130 cm sopra lo zero idrometrico (rispetto ai 41,8 cm dell’anno passato).
Si tratta pur sempre di un segno dei cambiamenti climatici, seppure diametralmente opposto alla siccità della stagione scorsa: anche le forti e improvvise alluvioni sono una conseguenza del riscaldamento globale, e sappiamo bene quanti danni possano provocare sul territorio. Considerando gli attuali livelli di acqua del lago di Garda, gli esperti hanno deciso di aumentare il deflusso dall’edificio regolatore di Salionze, per evitare problemi idraulici.
E così, ora dal bacino escono circa 60 metri cubi d’acqua al secondo, i quali vengono convogliati principalmente nel fiume Mincio e nei laghi di Mantova. Una misura strettamente necessaria per non rischiare di veder alzare ulteriormente i livelli idrici lacustri, considerando il fatto che, attualmente, l’afflusso d’acqua al Garda è di circa 50,9 metri cubi al secondo, per via delle forti piogge che hanno caratterizzato il fine settimana.
“Questa misura dei deflussi è destinata a durare qualche giorno seguendo gli sviluppi della perturbazione prevista. Se fosse stata raggiunta in occasione del periodo pasquale, che notoriamente coincide non solo con l’apertura della stagione turistica ma anche con quella irrigua delle campagne nel mantovano, sarebbe stato ottimale. Mancano invece ancora tre mesi” – fa sapere Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda, secondo quanto riportato da BresciaOggi.